Il gruppo di acquisto in sanità funziona: “Risparmiati 850.000 euro in 3 anni”
8 strutture per anziani hanno iniziato a fare acquisti comuni riducendo i costi del 25% e creando una vera e propria rete che conta 1.200 posti letto

Con i gruppi di acquisto solidale ormai si può acquistare di tutto, dagli ortaggi a chilometro zero fino ad impianti fotovoltaici. Ma quello che hanno messo in piedi otto Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) con la regia della LIUC Business School è un progetto particolare: acquistare collettivamente le forniture di strutture che complessivamente ospitano 1.200 anziani.
«Siamo partiti tre anni fa con il primo accordo sperimentale -spiega Antonio Sebastiano, direttore osservatorio RSA della Liuc Business School- cercando di creare economie di scala per ottimizzare gli acquisti». In pratica la contrattazione degli acquisti con ogni fornitore è passata da ogni singola RSA ad un livello più collettivo, permettendo così ordini più grandi che assicurano sconti maggiori. «Siamo subito partiti con i contratti di luce e gas assicurandoci un taglio dei costi del 30%» ricorda Sebastiano e poi si è passati a tanto altro «dai guanti ai telini monouso passando per l’informatizzazione delle cartelle sanitarie».
Un sistema che ha funzionato bene e che ha portato a grandi risparmi. Secondo i dati raccolti dalla Liuc per ogni acquisto fatto in maniera collettiva il risparmio medio è stimato nel 25% per un totale che si aggira intorno a 850.000 euro nel corso di tre anni. A questo particolare gas hanno aderito tante azienda del varesotto, da giganti come La Provvidenza di Busto fino a realtà storiche come la Fondazione Bernanchi di Gavirate, passando per Villa Puricelli di Bodio, l’Istituto Menotti di Cadegliano Viconago e le Fondazioni Ronzoni di Besozzo, Pianezza di Casalzuigno e Sacconaghi di Comerio. Unica realtà fuori dalla provincia è la Fondazione Ferrario di Vanzago.

Ma oltre all’aspetto economico, il progetto del gruppo di acquisto solidale ha permesso un cambio di mentalità tra queste realtà che fanno tutte parte del mondo no profit. «L’aspetto culturale di questa iniziativa è stato incredibile -dice Daniele Borroni della Fondazione Ferrario- perchè ci ha permesso di creare una rete per confrontarci sulla quotidianità del nostri problemi» e da quello che inizialmente era solo un obiettivo economico «si è passati invece a tessere veri e propri rapporti di fiducia reciproci», precisa Fabio Tedeschi di Fondazione Puricelli. Una rete di realtà che «da un lato ci ha permesso di migliorare i nostri livelli organizzativi guardando cosa fanno gli alti» spiega Luca Trama de La Provvidenza e dall’altro «ha permesso di realizzare risparmi e introdurre così nuove iniziative e attività».
Un lavoro che ora crescerà e si strutturerà ancor di più. Queste realtà hanno infatti firmato un rinnovo del gruppo di acquisto solidale «con procedure ancora più snelle e rapide -chiosa Antonio Sebastiano- segno del fatto che il lavoro fatto in questi anni ha creato forti legami di fiducia».
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