“La rete ospedaliera va rivista. I sindaci non remino contro”
Incontro tra l'assessore regionale Gallera e i sindaci del territorio varesino e comasco. All'ordine del giorno gli sviluppi futuri di un sistema oggi in grave difficoltà
« Non chiuderemo alcun ospedale ma per ognuno valuteremo la vocazione. Chiediamo ai sindaci di condividere questo percorso ed evitare situazioni che possano creare sconcerto tra i cittadini».
L’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera ha incontrato questo pomeriggio i sindaci dei territori varesino e comasco che afferiscono ad Ats Insubria.
Ultima tappa di un tour che lo ha portato in tutte le province lombarde, Gallera ha presentato una situazione difficile: poche risorse economiche, scarse figure mediche specializzate, un sistema ormai non più sostenibile e che ha bisogno di aggiustamenti.
Il tour gli ha permesso di sondare umori e aspettative delle diverse province e le richieste della cittadinanza in vista di una imminente riorganizzazione della rete ospedaliera anche alla luce della piena attuazione della Riforma sanitaria e della presa in carico del paziente cronico: « È il momento di remare tutti insieme. La richiesta che si è levata dai medici dell’Asst Valle Olona evidenzia una situazione ormai al limite. Stiamo parlando della maggiore realtà lombarda per volume di attività: se anche in questi presidi grossi c’è sofferenza, vuol dire che occorre intervenire al più presto».
La richiesta dell’assessore rivolta ai sindaci è stata quella di non alimentare più pretese anacronistiche: l’ospedale sotto casa completo non è più nell’agenda sanitaria nazionale o regionale.
«Noi non vogliamo arrenderci a questa situazione difficile. Stiamo lavorando per ottenere l’autonomia, ora dobbiamo potenziare la presa in carico dei malati cronici che, da soli, drenano il 70% delle risorse regionali. I sindaci ci hanno chiesto coinvolgimento nelle scelte, abbiamo condiviso la necessità di arrivare presto a programmare insieme aspetti sanitari e sociali in modo che l’assistenza sia efficace ed efficiente evitando le criticità. Attiveremo i PRESST che si occupano della presa in carico globale dal sanitario al sociale».
Sul piatto, Gallera ha messo gli investimenti che si stanno attuando in edilizia con l’ospedale unico tra Busto e Gallarate, la prossima delibera di giunta ( 2 agosto) che avvierà l’iter per il passaggio dell’ospedale di Angera sotto l’Asst Sette Laghi dal primo gennaio prossimo, l’aumento dei malati cronici che stanno sottoscrivendo i “PAI”.
Il tour tra le province ha permesso all’assessore di sondare il terreno in vista delle future decisioni : « Dobbiamo studiare per capire la vocazione di ogni ospedale territoriale e sviluppare l’offerta sanitaria in funzione della domanda locale. Questa è la risposta anche per risolvere il problema della carenza di medici dovuta a leggi nazionali che ci impediscono di sforare, anzi, ci impongono ogni anno di risparmiare».
La presa in carico dei pazienti, a regime, dovrebbe rendere più snella ed efficace la cura di questi pazienti ed eliminare l’eccesso di esami e controlli così da alleggerire le liste d’attesa: « Il budget, inoltre, non sarà aziendale ma appartiene a una voce di spesa unica regionale così da permettere a ciascun paziente di andare dove meglio crede».
Il bisogno è elevato: « Ci sono grandi capitoli in cui l’emergenza è maggiore. Questa mattina ho visitato Villa MiraLago dove si affrontano i disturbi alimentari. Ci sono lunghe attese nel campo della neuropsichiatria infantile. Un bisogno pressante e angosciante. I due milioni stanziati per aprire i posti letto al Del Ponte andranno a impoverire altre voci di spesa. Altre soluzioni non ci sono, occorre ponderare bene che sanità e quali servizi vanno erogati».
Da Cuasso al lago, Gallera ha tirato dritto sino a Varese, saltando l’ospedale pubblico: « Ci sono stato due anni fa – spiega l’assessore – conosco bene le problematiche e ho presente il piano di rilancio presentato dal territorio. Questo presidio, però, costa alle casse pubbliche 4 milioni di euro all’anno. Non si può pensare di pesare ulteriormente sulla spesa sanitaria. L’Asst Sette Laghi ha affidato a un tecnico il campito di valutare le possibili opzioni sul campo. Partiremo aprendo a una manifestazione di interesse dei privati per gestire letti di riabilitazione. Siamo pronti a valutare anche un’espansione di questa attività e anche nuove proposte. Vedremo se fare la richiesta o aspettare idee dei privati».
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Caro Dott. Gallera la rendo edotto di un’altra problematica che sto cercando di portare all’attenzione.Una tassa occulta che el case di riposo non vogliono togliere per (me lo lasci dire) lucrare ancora di piu’ sulle gia’ alte rette.
IL PREAVVISO DI 15 GIORNI
In cosa consiste?
Capita a tutti quando si cerca una casa di riposo di prendere la prima soluzione disponibile (miraggio se ci riesci) e molte volte e’ o la piu’ cara o non nelle vicinanze. Tantissimi quindi accettano e susseguentemente fanno domanda a strutture locali per ovvi motivi.Se il posto si libera devi occuparlo subito perche’ come Lei ben sa dopo un decesso intercorre al massimo un giorno, e quindi dovresti avvisare la struttura di questa possibilita’ che si prospetta ,immediata, a cui non si vuole rinunciare.
Ma la struttura ospitante pone da regolamento il preavviso di 15 giorni, questo comporta due casistiche:
o perdi il posto che si e’ liberato
oppure devi pagare tutti i 15 giorni come penale!
Lei capisce benissimo quanto questo sia un impedimento gravoso e , nonostante si cerchi di trattare prima all’ingresso della struttura tale norma 10 volte su 10 ti viene detto che e’ da contratto e non e’ possibile eliminarla.In sintesi se uno entra in una casa da 70 eu giornalieri deve preventivamente trattenere o calcolare la somma di 70×15 .NON LE SEMBRA ASSURDO! Grazie
Giorgio tosi
Buongiorno, vorrei portare alla sua attenzione un quesito che mi gira in testa da anni: perché i soldi per il cemento (per costruire nuovi ospedali) si trovano, mentre quelli per assumere personale no? L’ospedale di Varese è insufficiente per le richieste del territorio e non per mancaza di stanze…
Assistenza malati cronici: usufruiamo dell’RSA aperta e quest’anno avete, di fatto, dimezzato le prestazioni.
Assistenza post ospedaliera a seguito di ictus: 10 gg di riabilitazione inclusi domeniche e festivi poi nulla…
La popolazione invecchia, le pensioni non sono adeguate al reale costo della vita (una casa di riposo per persona non autosufficiente va da 1400 a 2900 euro al MESE) ed anche potendo contare sugli stipendi degli eventuali figli non si ha molto margine di manovra.
Qualcosa non torna: le tasse non diminuiscono, anzi sempre nuovi balzelli, ma le prestazioni si riducono sempre di più. O alemno questo è quello che si vede da utente.
Cordiali saluti.