Vertici Fs azzerati, ora non si sa più cosa succede a Trenord
Trenitalia è socia al 50% di Trenord, c'era in ballo la "separazione consensuale" da avviare a settembre. L'assessore regionale: «L’unica proposta in campo ora è quella di Regione Lombardia»
Nominati a gennaio, rimossi nel tempo di un post Facebook. Il destino dei vertici del gruppo FS – messi alla porta dal ministro Danilo Toninelli, compreso l’ad Mazzoncini (che si è dimesso spontaneamente oggi) – s’interseca con quello di Trenord in Lombardia.
All’ombra della Madonnina il gruppo FS e la Regione erano arrivati alla separazione consensuale: addio dopo nove anni all’avventura comune di Trenord (in cui Trenitalia e Fnm avevano partecipazione esattamente paritetica) e ritorno ad un sistema ferroviario con due imprese. Ma ora?
La domanda serpeggia da ieri, dopo l’inaspettato annuncio. E nel mezzo di un periodo che era già d’incertezze, a Milano e dintorni. Per ora, una presa di posizione esplicita viene solo da Milano: «L’unica proposta in campo per alleviare i disagi dei pendolari è quella di Regione Lombardia» dice l’assessore ai trasporti della Regione, Claudia Maria Terzi.
La delegata del presidente Attilio Fontana ribadisce il percorso avviato: «Noi badiamo ai fatti e siamo al lavoro per definire l’accordo sul nuovo assetto di gestione che invieremo a Roma nei tempi previsti. Nessuno ha la bacchetta magica, ma è evidente che solo attraverso soluzioni operative, e non chiacchiere, è possibile restituire ai lombardi un servizio che possa finalmente definirsi tale. Alle dichiarazioni sui giornali, preferiamo la concretezza: il nuovo Cda di Ferrovie dello Stato, quando si sarà insediato, ci dirà quali sono le sue proposte e quali sono gli investimenti per la Lombardia, nell’ottica di imprimere una svolta ad una situazione inaccettabile».
Lo scontro su Trenord si è aperto per l’intenzione di FS, attraverso Trenitalia, di prendere il controllo della società del trasporto ferroviario in Lombardia: dalla sua nascita Trenord ha sempre avuto perfetta parità tra i due soci. Un assetto che, accusava Fs, creava una empasse nella governance dell’azienda: per questo Trenitalia spingeva per sbloccare, chiedendo il controllo di Trenord in cambio di nuovi investimenti in particolare sul materiale rotabile. L’impossibilità di trovare un accordo ha però man mano spinto verso la rottura annunciata a inizio luglio.
Resta la promessa del ministro Toninelli: «Ora la barra si sposta sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e di qualità dei loro spostamenti». Come concretizzeranno questo impegno i nuovi vertici di Fs? Sarà confermato lo scioglimento di Trenord o si farà un passo indietro confermando il “modello lombardo”? Nel frattempo si attende l’assemblea dei soci Fs (il socio è il Ministero dell’Economia e Finanze) convocata per il 31 luglio.
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