Genova, «una scena surreale, sembrava di stare in un film»

Marco e Danilo sono due dei sei vigili del fuoco varesini partiti per Genova e intervenuti sul luogo del crollo del ponte Morandi. Il loro racconto

I vigili del fuoco varesini a Genova

Vita imprevedibile quella del vigile del fuoco con un’uscita mai uguale all’altra e giornate che possono sterzare improvvisamente verso l’ignoto. E così capita.

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Lo si legge nelle parole di Marco e Danilo, vigili del fuoco varesini rientrati questa notte dopo la partenza di martedì scorso alla volta di Genova.

Turno A, inizio servizio ore 8 al comando di via Legnani a Varese in una giornata fresca e piovosa, con le nuvole a coprire le montagne. Erano appena rientrati da un’uscita quando le prime immagini da Genova cominciavano a girare. Prima sui social, poi in tv. Arriva la richiesta d’intervento dal comando regionale: occorrono sei unità Nbcr a Genova, e in fretta.

«E così siamo partiti» spiega Danilo, 43 anni, specialista del nucleo batteriologico chimico, e radiologico dei vigili del fuoco di Varese. L’Aquila, Emilia, Italia Centrale: Danilo ne ha già viste tutte in materia di terremoti e assieme ad altri cinque colleghi è salito sui due Defender rossi. A bordo gli apparati per cercare fughe di gas o altro di pericoloso.

«Le prime voci parlavano di un metanodotto lesionato e il nostro compito era di arrivare sul posto e con le strumentazioni in dotazione assicurare che non vi fossero pericoli», continua Danilo.

Alle 16 erano già sul teatro della sciagura per venir subito affiancati alle squadre USAR dei vigili del fuoco (Urban Search and Rescue, “ricerca e soccorso in ambiente urbano”): lavorano assieme a loro senza sosta fino alle 5 del mattino, poi la pausa di un’ora e di nuovo al lavoro.

Il bilancio è pesante: vengono estratti sette corpi senza vita di cui tre nel pomeriggio e quattro nel corso della notte.
Quando l’unità di Varese stacca, i soccorritori trovano l’auto schiacciata con all’interno i corpi dei quattro giovani, uno strazio.

«Di solito sei abituato ad operare su incidenti stradali, anche gravi, anche con morti. Ma questo scenario è davvero diverso, è difficile pensare a queste persone che non si sono trovate l’auto dietro la curva, o la frenata improvvisa. Qui ci si accorge che quanto accaduto a queste povere vittime è starto davvero qualcosa di più grande di loro. Di questo ci si rende conto in maniera chiara».

Di «scena surreale» parla anche Marco, 34 anni, anche lui del comando di Varese. Marco è uno specialista Saf, speleo – alpino – fluviale e l’anno scorso era a Norcia per operare sul terremoto.

«Il primo impatto è stato forte: i piloni di cemento conficcati nella terra ricordavano il set di un film. È diverso rispetto ad un terremoto, perché qui bene o male è tutto localizzato in un solo punto. Subito ci siamo concentrati sul lavoro da fare. Prima abbiamo monitorato eventuali emissioni pericolose. E poi, per le successive 24 ore abbiamo operato in affiancamento alle squadre che scavavano ed estraevano corpi. Poi, ieri l’accompagnamento dei residenti nelle case lasciate vuote perché fatte evacuare».

I vigili del fuoco varesini a Genova

E anche qui i vigili del fuoco hanno dovuto affrontare qualcosa di difficile, sebbene di meno tecnico rispetto alla loro attività di routine.
«Cercavamo di non far sentire a queste persone la pressione del momento, dovuta al fatto che per rientrare nella loro abitazione fosse necessaria la presenza di estranei. Prendevano le poche cose che gli servivano per poi uscire. Si portavano via vestiti, medicine, effetti personali».

Dietro agli ingressi ora sbarrati molte famiglie hanno lasciato i ricordi di una vita. Ma per alcuni le chiavi nella toppa chiuderanno forse per sempre i sogni appena sfiorati di un futuro sereno, di un’esistenza tranquilla. Sempre Marco racconta: «Mi ha molto colpito la storia di una coppia di stranieri in Italia da molti anni e che finalmente erano riusciti a comprare casa. Sono entrati nell’appartamento di via Porro a luglio e l’hanno vissuto per poco più di un mese. Ora devono lasciare la loro casa. Una tragedia nella tragedia».

L’avventura genovese ha segnato i vigili del fuoco varesini, ed è finita nella tarda serata di giovedì: sono partiti sui due fuoristrada e stanotte alle 2 hanno fatto rientro a casa, pronti per una nuova giornata dove il confine tra lavoro e vita, come al solito, faticherà a distinguersi.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 17 Agosto 2018
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