Incendio della collina di Oriano, chiusa l’indagine sul motociclista

Chiesto il rinvio a giudizio del 30enne che il 9 dicembre 2017 appiccò le fiamme in seguito ad un guasto alla sua moto da trial. La sua confessione nella telefonata ai Vigili del Fuoco

L'incendio di Oriano di notte

La Procura di Busto Arsizio ha chiuso le indagini relative all’incendio che il 9 dicembre 2017 distrusse numerosi ettari di bosco sulla collina di Oriano a Sesto Calende.

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L’avviso di chiusura indagini e la successiva richiesta di rinvio a giudizio è stata notificata a M.D.L., trentenne residente in zona e appassionato di trial che, proprio per un incendio alla sua moto, provocò le fiamme che arrivarono a lambire alcune abitazioni prima di essere spente da numerose squadre dei Vigili del Fuoco e di volontari del vicino Parco del Ticino. L’uomo lanciò il mezzo verso la riva del bosco, alimentando involontariamente  le fiamme.

L’accusa è quella di incendio boschivo colposo aggravato dal danno ad un ambiente protetto. L’uomo non ha collaborato alle indagini ma ad inchiodarlo c’è la telefonata che fece ai Vigili del Fuoco per lanciare l’allarme. Per lui era già scattata la sanzione amministrativa per violato il divieto di accesso a quei boschi con mezzi motorizzati.

La difesa del motociclista specifica in una nota che «si è trattato di un incidente provocato dalla fuoriuscita di carburante causata da un difetto dell’impianto di alimentazione. La moto non è stata “lanciata” ma semplicemente abbandonata per ovvi motivi di sicurezza e di incolumità. Il mio assistito non solo ha prontamente allertato le forze dell’ordine e vigili del fuoco ma, a rischio della propria incolumità attraversando a piedi il fuoco, è arrivato fino ai mezzi di soccorso per guidarli sul luogo dell’incendio. Mezzi peraltro assolutamente inadeguati all’entità dell’incendio, come chiaramente evidenziato nella telefonata in cui veniva fatta espressa richiesta di mezzi aerei viste le asperità del luogo. La squadra dei vigili del fuoco giunta per prima sul posto vi arrivava con un semplice fuoristrada munita di 5 rastrelli, 5 badili e un soffione per le foglie. Il giorno seguente, grazie ad una abbondante nevicata, l’incendio era praticamente domato quando si sono presentate enormi autopompe, per altro assolutamente inutili visto la tipologia del luogo e dell’incendio, un elicottero servito solo per ricognizione ed altri vari mezzi del parco del Ticino. Oltre a tutto ciò ribadisco con forza l’impegno totale ed assoluto del mio assistito, il quale ha fornito ai soccorritori ogni assistenza possibile fino alle ore 17».

La Procura sta per chiudere l’indagine anche intorno all’autore di un altro incendio che si era verificato a gennaio del 2017 in un bosco privato. L’autore era lo stesso proprietario che aveva perso il controllo di un fuoco acceso per bruciare alcune ramaglie.

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Agosto 2018
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