In viaggio col mercante tra i templi e i palazzi del Rajasthan
Giancarlo Samaritani e la moglie Silvia ci portano in un nuovo viaggio alle origini del caffè. La terza tappa del loro affascinante viaggio in India
Giancarlo Samaritani e la moglie Silvia ci portano in un nuovo viaggio “da mercanti”. Questa volta la meta è l’India. Ecco a voi la terza puntata:
Prima di lasciare il “paese dei re”, per raggiungere le verdi colline coltivate a tè e caffè del Kerala e del Karnataka dedichiamo un po’ di tempo alla visita di alcuni tra i numerosi templi e fastosi palazzi esistenti nel Rajasthan, terra di ricchi mercanti, potenti maharaja e valorosi cavalieri.
Luoghi dove in epoca passata i Maharaja governavano i propri territori con potere illimitato anche di vita o di morte. Maestose fortezze inespugnabili costruite in luoghi strategici, circondate da possenti mura in arenaria fungevano da avamposto verso il deserto.
All’interno di queste spettacolari costruzioni si trovano tuttora opere d’arte, oggetti di valore ed arredi fiabeschi che rendono l’idea dell’enorme ricchezza di cui godevano i maharaja.
Spesso questi principeschi palazzi sono trasformati in lussuosi hotel che offrono la possibilità di vivere per qualche giorno l’atmosfera sfarzosa degli antichi splendori di tempi passati.
Come in una fiaba…
La romantica città di Udaipur definita anche la “Venezia dell’India” o città dell’amore è il luogo dove le coppie di innamorati sognano di poter celebrare il matrimonio in quanto pare sia pratica di buon auspicio.
Quando il sole è alto la vista della città diventa accecante in quanto il candore dei palazzi costruiti in marmo bianco diventa perfino abbagliante.
Tra una città e l’altra si attraversano ampi territori rurali dove ci soffermiamo a volte ad ammirare antiche lavorazioni svolte da artigiani fabbri e agricoltori i quali svolgono le loro attività come racchiusi in una immagine da presepe.
Sulle rive del fiume Som incontriamo l’antico tempio Deo Somnati, risalente al 13° secolo dedicato alla diivinità Shiva.
Sulle pareti e sulle colonne di marmo vi sono diverse iscrizioni e raffigurazioni, ma ciò che impressiona maggiormente sono le impronte delle mani scolpite ion memoria delle donne sacrificate secondo il rituale Sati, il cosiddetto “bagno di fuoco”.
Consiste nel sacrificio delle vedove, le quali non avendo altro scopo di vita si immortalavano volontariamente gettandosi nel fuoco della pila funebre del marito. Fortunatamente nel 1829 tale pratica è stata vietata, si tratta in fatti di un atto che non ha nessun riscontro nelle sacre scritture della religione induista.
All’interno del tempio avremo l’opportunità di assistere ad un antico rituale di preghiera.
Terminiamo l’esplorazione di questo affascinante territorio nella città di Jodhpur conosciuta anche come la “città blu” per via del colore che contraddistingue interi quartieri.
Vista dall’alto della imponente fortezza di Mehranghan la città si presenta come una macchina azzurra alle porte del deserto del Thar.
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