Un 2013 che guarda all’Europa
Inaugurato il nuovo anno accademico all'Università Cattaneo con due prolusioni dedicate alla politica economica e monetaria europea e al ruolo dell'Italia nell'Eurozona
E’ stato inaugurato all’insegna dell’Europa il nuovo anno accademico 2012-2013 alla Liuc di Castellanza. L’università castellanzese ha chiamato a parlare nell’aula Bussolati due nomi importanti del panorama economico europeo per sancire l’inizio del 21esimo anno di vita dell’ateneo che coincide con uno dei periodi più bui della storia economica non solo italiana ma, appunto, europea. Dopo l’inno europeo e gli interventi iniziali del presidente Paolo Lamberti e del rettore Valter Lazzari si sono susseguiti il direttore di Assonime e presidente di Cir Stefano Micossi e il professor Rodolfo Helg, ordinario di economia politica e fresco di nomina al vertice della Scuola di Economia e Management della Liuc.
Paolo Lamberti ha ricordato «l’impegno quotidiano da parte dell’ateneo castellanzese all’apertura verso l’Europa e il mondo grazie ad un forte programma di scambi internazionali, il programma di doppio titolo, la Summer School, il programma Erasmus, l’offerta didattica in lingua inglese e un programma di internazionalizzazione per docenti e personale di gestione». Il rettore Valter Lazzari ha lanciato un monito contro chi non vede la luce in fondo al tunnel della crisi economica e sottolinea che «non vogliamo rassegnarci all’idea di vivere in un’era di aspettative sminuite, dobbiamo adattarcii a un’opera continua di semina, progettazione, innovazione» e per non cedere a questo pessimismo la Liuc si impone come obbligo educativo la volontà di creare «giovani istruiti che siano cittadini del mondo, veri cosmopoliti che sappiano destreggiarsi con facilità tra diverse culture».
A seguire le due prolusioni sull’Europa e l’Italia da parte di Micossi e Helg. Il primo ha tracciato la via aperta dall’Europa verso l’unione economica e monetaria: «L’Eurozona ha grossomodo attuato quegli aggiustamenti necessari in questi tre anni di crisi ma non ha dissipato, tuttavia, i dubbi sulla possibilità di sopravvivenza nel medio-lungo periodo, tutt’ora minacciata dai gravi squilibri tra i paesi membri». L’analisi di Helg, invece, si è concentrata sul ruolo italiano nell’eurozona analizzando i problemi strutturali che la politica degli ultimi 20 anni non ha risolto, se non addirittura aggravato, e come è possibile rientrare.
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