La battaglia del M5s contro i cementifici punta sugli stabilimenti del Varesotto
Ad annunciarlo è stata l’eurodeputata M5s Eleonora Evi che ha presentato un esposto in procura sulle aziende di Caravate e Ternate. Entrambe le realtà respingono le accuse: "nostra filiera produttiva garantisce sicurezza"
La battaglia nazionale del Movimento 5 Stelle contro l’utilizzo dei combustibili solidi nei cementifici punta anche su Varese ed in particolare sui cementifici Holcim di Comabbio/Ternate e Colacem di Caravate.
Ad annunciarlo è stata l’eurodeputata M5s Eleonora Evi, che insieme ai colleghi Marco Valli, Piernicola Pedicini, e a un gruppo di attivisti del M5S di Varese, ha presentato un esposto alla Procura di Varese.
“I due cementifici, così come tutti i maggiori gruppi produttori di cemento in Italia – è quanto sostiene l’eurodeputata Evi in una nota -, bruciano combustibili alternativi e scorie da inceneritori, con possibili gravi ripercussioni sulla salute umana e l’ambiente. Di fatto producono cemento non nelle modalità tradizionali, ma bruciando combustibili solidi secondari (CSS), o combustibili derivati da rifiuti solidi urbani (CDR) o scorie da acciaierie e da inceneritori”.
Alla base dell’esposto dell’Eurodeputata viene citato uno studio fatto su base nazionale. “In merito ai cementifici – spiega la nota del Movimento 5 Stelle -, l’associazione Medicina Democratica Onlus ha sviluppato un documento che contiene una lista dei materiali utilizzati nei vari cementifici italiani da cui si evince che a Caravate si bruciano pneumatici, oli e miscele oleose e farine animali e che la capacità autorizzata nel 2018 è di 82mila tonnellate, mentre nel 2016 l’impianto ha bruciato 12.248tonnellate di rifiuti urbani trattati e di CSS. A Comabbio, invece, vengono utilizzati CSS e pneumatici e per quest’anno la capacità autorizzata è di 97mila tonnellate”.
Dal canto loro entrambe le aziende respingono le accuse e garantiscono la sicurezza della propria filiera produttiva. Holcim (Italia) S.p.A. entra nel merito di quanto contestato e dà una risposta molto articolata:
Le accuse relative ai rischi su salute e ambiente derivanti dal nostro processo di co-processing – spiega in una nota la sede Holcim (Italia) S.p.A. di Ternate – sono totalmente infondate. Infatti, la Commissione Europea e gli organismi internazionali hanno riconosciuto e promosso il co-processing (recupero di materia ed energia dai rifiuti) come soluzione sostenibile e come un importante elemento nell’ambito dell’economia circolare. Trasformando ciò che tradizionalmente viene considerato rifiuto in risorse per i processi produttivi si riduce l’uso delle materie prime naturali e dei combustibili fossili nell’ottica di un’economia circolare. Holcim (Italia) lavora in tal senso senza alcun compromesso sulla qualità finale dei prodotti. Il co-processing è la forma sostenibile di riciclo di materiale in quanto permette la trasformazione in energia di rifiuti che oggi non possono essere riciclati nel loro processo iniziale: quindi il 100% del contenuto di rifiuti viene riciclato e trasformato in risorsa per il processo di produzione. Pertanto è un’alternativa maggiormente sostenibile rispetto al collocamento in discarica e all’incenerimento. Le attività di gestione dei rifiuti e la produzione di cemento sono soggette a normative stringenti e a standard tecnici specifici al fine di garantire attività controllate, rispettose dell’ambiente e sicure per la salute di dipendenti, comunità e clienti. Le emissioni sono regolate dalla Direttiva sulle emissioni industriali nell’UE. Nel rispetto dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, sono monitorate e misurate in continuo le emissioni presso il nostro stabilimento produttivo di Ternate. I valori sono confrontati con i limiti giornalieri che l’Autorizzazione impone, in accordo con la normativa nazionale e europea. Inoltre, è attiva la trasmissione dei dati di emissione, in continuo e in tempo reale, ad ARPA – direttamente dal sistema di monitoraggio di sito. Infine si sottolinea che tale processo non produce residui e soprattutto non ha impatto sulla qualità del prodotto finale, il cemento.
Contattata dalla redazione di Varesenews anche Colacem di Caravate respinge le accuse e le contesta nel merito: “I numeri e le nostre autorizzazioni che vengono citati non hanno alcun fondamento”. L’azienda non esclude di diffondere una ulteriore nota per contestare le accuse.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Aggredito un capotreno a Genova, indetto uno sciopero nazionale per martedì 5 novembre
Alberto Gelosia su A Samarate scoperta dalla Finanza una fabbrica cinese abusiva, lavoro nero per l'alta moda
cladico su A Samarate scoperta dalla Finanza una fabbrica cinese abusiva, lavoro nero per l'alta moda
Alessandra Toni su Terribile incidente nella notte a Brienno nel Comasco: un ragazzo di 21 anni ha perso la vita gravissimo l'amico
Felice su Terribile incidente nella notte a Brienno nel Comasco: un ragazzo di 21 anni ha perso la vita gravissimo l'amico
flyman su Varese sale al 14esimo posto nel report Ecosistema Urbano 2024: un balzo di 27 posizioni
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.