Case piccole, gli elettrodomestici fanno la “cura dimagrante”
Nello studio etnografico "small spaces" condotto da Whirlpool in cinque grandi città di tre continenti emerge l'esigenza globale di adattare gli elettrodomestici alle dimensioni sempre più ridotte degli appartamenti
Gli spazi abitativi nelle grandi città si riducono e gli elettrodomestici si adeguano; fra le tendenze che investiranno il settore nei prossimi anni, il dimensionamento di piani di cottura, lavastoviglie, forni e frigoriferi sarà una delle più significative e necessarie alla luce dei cambiamenti occorsi nelle abitudini di vita urbana. Così, quello degli small spaces è diventato l’oggetto dello studio etnografico condotto nei mesi scorsi dal Global consumer design (GCD) di Whirlpool Emea in cinque metropoli di tre continenti, New York, Londra, Città del Messico, Shangai e New Delhi. L’ipotesi da verificare era se le abitudini nell’utilizzo degli elettrodomestici negli spazi abitativi ristretti dei grandi agglomerati urbani fossero davvero globali o presentassero differenze significative dall’Asia al Centro America rispetto al Nord America e all’Europa.
«Abbiamo constatato con sorpresa che le somiglianze sono più numerose delle diversità -spiega Milka Eskola, Leader group advanced design di Whirlpool Emea – ricavandone indicazioni utili per elaborare soluzioni applicabili agli elettrodomestici del futuro in tutte le aree del mondo. Oggi gli elettrodomestici di dimensioni inferiori a quelle standard sono generalmente di bassa gamma; la sfida, nel medio lungo-periodo, quindi dai tre ai cinque anni, è di calare la miglior tecnologia negli spazi ridotti in cui si vive, quindi alle esigenze reali degli user».
Lo studio "small spaces" è stato condotto nei mesi scorsi da cinque gruppi locali di designer e psicologi Whirlpool, coordinati dalla Global manager user experience Gigliana Orlandi, che hanno seguito un campione di dieci situazioni domestiche ciascuno, tra famiglie e single appartenenti alla classe medio alta e compresi fra i 27 e i 40 anni di età circa. La ricerca si è svolta, oltre che attraverso interviste, assegnando a ogni nucleo dei compiti domestici da svolgere (ad esempio lo storage dopo la spesa o la preparazione di una cena) e dotandolo di una telecamera con cui riprendere queste situazioni. I filmati sono stati poi visionati e analizzati dai team per ricavare indicazioni sulle abitudini domestiche nelle metropoli oggetto del workshop fra i rappresentanti di tutti e cinque i gruppi.
«Abbiamo riscontrato esigenze comuni in Messico e in Asia dettate dalla necessità di filtrare l’acqua; in Cina esiste una particolare attenzione alla proliferazione batterica – racconta Eskola – In Asia ortaggi e frutta si comprano ogni giorno, quindi non si utilizzano i frigoriferi per la loro conservazione, mentre nei frigo si trovano curiosamente i cosmetici. Se soprattutto in Europa si fa attenzione al risparmio in bolletta, il tema dell’efficienza energetica non è sentito in Asia. In Cina, in particolare, il rinnovo degli elettrodomestici è frequente, ogni tre anni in media, ma per una spinta consumistica, non certo per cercare la soluzione più "eco" ».
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