Dodici milioni per la bonifica, ma solo se va avanti il Master Plan
La conferma: i finanziamenti per demolire le case delocalizzate verranno dai fondi per mitigazioni ambientali legati al progetto che comprende anche la terza pista. Il legame tra il finanziamento e il progetto di ampliamento di Malpensa continua a dividere
I dodici milioni di euro per l’abbattimento e la bonifica delle case “delocalizzate” di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo saranno legati alle mitigazioni ambientali previste per i nuovi progetti di sviluppo di Malpensa, a partire dal Master Plan, il progetto infrastrutturale complessivo che comprende l’ampliamento del sedime dello scalo e la terza pista. A mettere nero su bianco l’origine dei 12 milioni di euro – origine intorno a cui sono nate le incertezze tra i Comuni intorno all’aeroporto – è un documento che la SEA ha inviato a Regione Lombardia e ai tre Comuni coinvolti direttamente, preannunciando l’intenzione di aderire all’accordo in futuro.
La lettera è firmata dal presidente di Sea Giuseppe Bonomi ed è stata protocollata il 22 ottobre scorso, pochi giorni dopo la firma dell’accordo preliminare tra Regione Lombardia e i tre Comuni. «Fermo restando la disponibilità della scrivente Società alla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa […], nella sede ed in data che verrà concordata, tengo a precisare e ribadire che l’attuazione dello stesso è strettamente correlata all’approvazione del Nuovo Master Plan Aeroportuale». Il nesso tra l’effettiva erogazione dei 12 milioni di euro e il nuovo progetto di ampliamento è spiegato nelle righe immediatamente successive, parlando del Master Plan «in quanto comprensivo delle risorse finanziarie finalizzate agli interventi di mitigazione e compensazione ambientale».
Il protocollo, si è detto, non è stato sottoscritto già oggi dalla Sea, che ha rinviato ad una firma successiva. I tempi sono stati rapidissimi, perché – hanno fatto intendere a più riprese i sindaci – si doveva chiudere la partita prima che il terremoto giudiziario e politico in Regione Lombardia provocasse la fine anticipata della legislatura e le dimissioni degli assessori interessati (il titolare della delega al territorio Daniele Belotti e, indirettamente, anche il delegato alle infrastrutture Raffaele Cattaneo). E così è stato: Daniele Belotti ha messo la sua firma sotto al documento – insieme ai tre sindaci – lo scorso 17 ottobre, nove giorni prima delle dimissioni dei consiglieri regionali (26 ottobre). Nel mezzo, la lettera di precisazioni di Sea, che fornisce in modo più esplicito una conferma sull’origine dei fondi.
Una dizione più generica è invece contenuta contenuta al punto 5.3 dello schema di protocollo d’intesa, che ora i Comuni devono ratificare: Sea è individuata infatti come “soggetto finanziatore” e si fa riferimento in questo caso a “risorse proprie, già destinate ad interventi di mitigazione e compensazione nell’ambito dei propri progetti di sviluppo”, senza riferimento preciso al Master Plan.
I documenti sono stati diffusi solo tra mercoledì e giovedì: inviati ai consiglieri comunali dei Comuni direttamente interessati e poi condivisi nel corso della riunione dei Comuni del Cuv, giovedì mattina. I fondi legati al Master Plan hanno da un lato spazzato via un fronte di scontro (l’eventuale uso di fondi legati alle mitigazioni di “Malpensa 2000” sarebbe osteggiato da alcuni dei sei Comuni del Cuv estranei all’accordo), dall’altro ha scatenato lo scontro sul futuro: «Sea va avanti e mette a disposizione i fondi unicamente se si va avanti con il MasterPlan» dice Jimmy Pasin, consigliere comunale di Somma e referente del “Malpensa Forum” del Pd. Che vede un’ambiguità che ricade non su Sea («fa il suo mestiere»), ma sui sindaci firmatari, «che non possono far finta di non sapere che i fondi arrivano solo se viene approvato il Master Plan»: «I consigli comunali hanno già detto che non vogliono il Master Plan». Di «incongruenza» parla invece Laura Prati (sindaca di Cardano al Campo), che da presidente di turno del Cuv ha dovuto mediare tra le posizioni dei diversi Comuni e che avrebbe gradito almeno che si aspettasse la fase della Valutazione d’Impatto Ambientale del progetto d’infrastrutture che comprende anche la terza pista (nella foto sopra, in rosa l’area di ampliamento).
Quanto ai sindaci coinvolti, invece, la linea è rimarcare il fatto che – anche se le risorse sono legate al Master Plan – il progetto di sviluppo che comprende la terza pista e il Parco logistico è citato solo in modo generico e che lo stesso schema di Protocollo d’Intesa sottoscritto recepisce le posizioni espresse dai consigli comunali su terza pista e dintorni. «Per noi – ribadisce Piergiulio Gelosa, sindaco di Lonate Pozzolo – è importante riaffermare il principio che nessun onere deve essere a carico dei Comuni e che si deve mettere al tavolo anche la Sea», come società che ha disposizione i fondi: «Nessuno ha dato alcun assenso al Master Plan, la nostra posizione rimane e andremo avanti a rivendicare la tutela del territorio e dei cittadini». «Il problema si deve risolvere – aggiunge il sindaco di Ferno, Mauro Cerutti – e Sea è lo strumento d’intervento immediato per mettere mano alla situazione del degrado delle aree». Il sindaco di Ferno sottolinea il rinvio del termine ultimo per il recupero delle case (da fine 2012 al 2018): «Per il resto, noi abbiamo fatto le nostre osservazioni, abbiamo la mani libere nel giudizio sul Master Plan».
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