Anovo, la situazione si complica. Aperta la mobilità
Il curatore fallimentare rifiuta la proposta da parte della vicina Deles. Il 14 dicembre scade la cassa integrazione per i 207 lavoratori e settimana prossima è previsto un incontro in Regione
Proseguono le brutte notizie per i lavoratori delle aziende del Saronnese. Dopo la notizia dei dipendenti dell’Ims di Caronno Pertusella, a cui scade la cassa integrazione tra meno di un mese, e lavoratori del Salumificio Ceriani di Uboldo, che sono in agitazione da alcune settimane, anche i 207 lavoratori della Anovo di Saronno sono stati messi in mobilità dal curatore fallimentare, con la cassa integrazione che scade il prossimo 14 dicembre.
Per l’azienda che si occupa di riparazioni di monitor e schermi tv la crisi era iniziata in seguito alla scelta della proprietà francese di non investire più nella fabbrica italiana. Ed ecco il fallimento dichiarato quasi un anno fa e l’attuale curatore fallimentare che ha rifiutato la proposta di acquisizione della vicina Deles di Uboldo. Azienda che ha messo sul tavolo un piano industriale che prevede l’assunzione di 20 persone e nel giro di due o tre anni, a seconda dell’andamento del mercato, il riassorbimento di altri 100 lavoratori. «Ma la proposta non è stata valutata conveniente dal curatore fallimentare – spiega Giovanni Tonelli della Cgil che mercoledì mattina ha partecipato all’assemblea dei lavoratori -. Quello che adesso chiediamo è che il curatore riveda la proposta perchè questo permetterebbe di chiedere anche una proroga di sei mesi per la cassa integrazione, dando un maggiore respiro ai lavoratori, con possibilità di perfezionare il piano proposto da Deles».
I lavoratori e i sindacati hanno infatti incontrato, nella giornata di martedì, la proprietà di Deles: «Sono ancora interessati a rilevare la parte operativa di Anovo – prosegue Tonelli -. Ma solo alla condizione che non venga interrotta la produttività dei venti dipendenti che sono attualmente al lavoro nell’azienda. Perchè se si lascia scadere la cassa integrazione, sono a casa anche loro ed è la fine di qualsiasi possibilità di rilanciare l’azienda saronnese».
Dopo l’assemblea di mercoledì mattina, i lavoratori sono scensi in strada per far sentire la propria voce. Nei prossimi giorni potrebbero essere organizzate altre azioni di protesta. Intanto è stato fissato per il 14 novembre un incontro in Regione, coi sindacati e il curatore per discutere della situazione.
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