Finanza e tecnologia, al risparmiatore l’algoritmo non basta
All'università dell'Insubria, per la Settimana mondiale dell'investitore, professori e studenti si sono confrontati sul tema della Fintech
«Un giorno potremo avere una moneta unica globale?». La domanda arriva dal fondo dell’aula dell’Università dell’Insubria dove è in corso un incontro di educazione finanziaria sul tema della Fintech, cioè della tecnologia applicata alla finanza, iniziativa che rientra nell’ambito della Settimana mondiale dell’investitore. A porla è un giovane laureando che ha appena realizzato una tesi sul Bitcoin, la criptovaluta più famosa e discussa al mondo. «Sono contenta che tu abbia fatto questa domanda – risponde Cristiana Schena, professoressa di economia degli intermediari finanziari all’Insubria – perché esprime una speranza che solo un giovane pieno di coraggio può avere. Certo che si può fare, a condizione che ci sia una pace mondiale e che tutti si vogliano bene». Uno scambio di battute sincero e limpido tra due generazioni che sperano nel medesimo futuro pur guardando da due prospettive diverse. La dimostrazione che un’alleanza generazionale in questa fase storica non è solo auspicabile ma anche possibile. (foto da sinistra Cristiana Schena, Rossella Locatelli, Alessandra Tanda e Andrea Uselli)
Nell’era della Fintech gli strumenti per aumentare il tasso di democrazia e partecipazione nelle scelte finanziarie ci sono. Per esempio, la blockchain, letteralmente catena di blocchi, architettura tecnologica usata per i Bitcoin e caratterizzata da decentralizzazione, trasparenza, sicurezza e immutabilità, sembra il manifesto perfetto per una democrazia 4.0. Ciò che manca è però una visione politica allineata. E una tecnologia, per quanto democratica nella sua concezione, di per sè rimane solo un abilitatore. Nonostante questa mancanza di sistema, il singolo cittadino-risparmiatore può prendere decisioni più o meno consapevoli a seconda delle sue conoscenze in campo finanziario. «Quando dobbiamo impiegare le risorse risparmiate – spiega Andrea Uselli, docente di economia degli intermediari finanziari all’università dell’Insubria – la variabile che spesso sfugge è il data set informativo necessario per formare una consapevolezza, senza la quale non possiamo scegliere correttamente».
Avere un’educazione finanziaria di base è dunque una condizione imprescindibile per ogni cittadino, a maggior ragione quando lo scambio di informazioni e denaro è a portata di click. «Il sistema Fintech offre tante opportunità e rende molto veloci le transazioni – sottolinea Alessandra Tanda, ricercatrice dell’Università di Genova – La finanza tecnologica ha caratteristiche che la rendono semplice, accessibile, economica, efficiente, inclusiva e adatta a stimolare la concorrenza. Allo stesso tempo però bisogna tener conto del fatto che molte imprese Fintech, a differenza delle banche, non sono regolamentate».
Il moltiplicarsi delle informazioni e dei canali di intermediazione può rendere complessa la scelta del servizio finanziario più adeguato alle nostre esigenze. In alcuni casi ci vorrebbe un consulente, figura che nella finanza tecnologica sembra destinata già nell’immediato futuro a lasciare il posto ad algoritmi, robot e sistemi di intelligenza artificiale. Oggi è comunque difficile affermare con certezza se prevarrà una visione romantica, per cui sarà ancora l’uomo a guidare ogni processo, o un atteggiamento più pragmatico, dove invece sarà la tecnologia a prevalere con un servizio più efficiente ed economico a tutto vantaggio dei piccoli risparmiatori. «Penso che il problema non dipenda solo dalla dimensione dell’intervento finanziario – conclude Rossella Locatelli, professore di economia degli intermediari finanziari all’università dell’Insubria – ma anche dalla complessità del problema che si deve affrontare. In questo caso l’intelligenza artificiale può essere di supporto ma non può sostituire il consulente umano. Ciò che è destinato a rimanere è il valore dell’intermediazione finanziaria perché l’algoritmo non è infallibile e soprattutto non è neutrale. Credo che la vera sfida sia tutta nelle mani del regolatore».
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