Minniti: “Dobbiamo liberare gli italiani da rabbia e paura”
L'ex ministro dell'Interno al De Filippi per parlare di sicurezza e libertà
«Noi dobbiamo liberare gli italiani da rabbia e paura». Parla da leader Marco Minniti, l’ex Ministro dell’Interno e candidato papabile alla segreteria del Partito Democratico.
Invitato a Varese, al Collegio De Filippi, da Alessandro Alfieri, per parlare di “Libertà e sicurezza”, è stato accolto da un folto pubblico, tanto che gli organizzatori hanno dovuto cambiare sala e far svolgere l’incontro in uno spazio più ampio.
Presenti numerosi amministratori locali, da Stefano Bellaria (candidato alla Provincia) a Giovanni Corbo (candidato alla segreteria provinciale del Pd), passando da tanti sindaci, assessori, consiglieri comunali di tutto il Varesotto.
Alfieri ha fatto da padrone di casa introducendo gli argomenti di discussione: libertà, sicurezza, immigrazione, società aperta contro società chiusa, la sfida aperta a sovranisti e populisti. Ha lasciato spazio in apertura al segretario uscente del Pd provinciale, Samuele Astuti: «Il clima è brutto, ma non dobbiamo avere paura: serve mettere sul piatto proposte nuove, diverse. Sul tema immigrazione a Malnate, il Comune che ho guidato fino a pochi mesi fa, si è instaurato un progetto positivo di integrazione e accoglienza, grazie allo Sprar e ai Cas, gestiti in maniera lungimirante». Anche il sindaco di Varese Davide Galimberti è intervenuto, iniziando con una battuta, che tanto battuta non è: «Fatemi dire che Marco Minniti ministro dell’Interno ci manca – ha detto -. Ci manca il suo stile nel dire le cose, nell’affrontare i problemi, contrapposto ad un modo di fare urlato e sbraitato a colpi di tweet e post e dirette Facebook. Noi vogliamo concretezza, quella che era stata messa in campo nel “piano periferie” che Lega e 5Stelle volevano toglierci. Qui la Lega fannullona, che sbraita ma combina poco, ha governato per 20 anni: noi contrapponiamo concretezza e stile al loro sbraitare».
Minniti ha parlato con la consueta pacatezza mescolata ad una fermezza ed una forza nei temi affrontati tipica di chi sa che il momento è di quelli impegnativi: «Siamo di fronte ad una sfida difficile, la più difficile della nostra storia – ha detto -. Siamo di fronte ad un passaggio inedito nella storia repubblicana: un grande partito come il Pd deve affrontare queste sfide con la solennità che richiedono. Non serve vivere nel passato e rimuginare su quello che siamo stati, così come non serve cercare scorciatoie per tornare al Governo. Dobbiamo ricominciare a parlare con la comunità, con chi non ci ha votato il 4 marzo: abbiamo perso perché abbiamo subito una rottura sentimentale con il nostro popolo. Non siamo stati capaci di affrontare due temi giganteschi come paura e rabbia, non abbiamo trovato le chiavi per dialogare e ascoltare gli elettori, le persone. Servono strategie nuove, di certo non serve parlare di statistiche a chi è arrabbiato o spaventato: possiamo avere fatto registrare numeri buonissimi, ma non serve raccontarlo a chi ha paura di uscire di casa o è arrabbiato perché non ha un lavoro. Dobbiamo ripartire dal dialogo, dalla nostra capacità di pianificare e affrontare i problemi puntando non solo sulla sicurezza, ma anche sul decoro urbano, sulle riqualificazioni, sulla progettualità. Cose che le destre nazional populiste non sanno fare: loro vogliono incatenare le persone alla paura e alla rabbia, noi dobbiamo sciogliere quelle catene, partendo dall’alleanza tra Stato e sindaci, con progetti diversi da paese a paese. Il Governo attuale è iper centralista, dopo anni di parole sul federalismo come primo provvedimento hanno tolto i soldi alle periferie, un attacco alla sicurezza pubblica dimostrato nei fatti da quanto successo a San Lorenzo. Sicurezza è Libertà (titolo del libro che Minniti presenterà a Varese mercoledì 7 novembre al’interno di Glocal): sono concetti inscindibili, legati uno all’altro, sono la stessa faccia della medaglia. Loro vogliono colpire al cuore la nostra democrazia, oggi la sfida è tutta in questa differenza di idee sulla società aperta come la vogliamo noi o chiusa come la vogliono Salvini e soci: qui si gioca la partita decisiva dei prossimi mesi e anni».
Inevitabile un accenno al tema dell’immigrazione, uno degli argomenti caldi affrontati da Minniti nel corso del suo mandato da Ministro dell’Interno: «La collaborazione con i sindaci è cruciale perché è importante che nessuno venga mai lasciato solo – ha detto -. Oggi non c’è un problema immigrazione, ma con i tweet si fa finta che esista. Questa estate non c’era un allarme sbarchi perché qualcuno aveva già risolto il problema prima. Non si può tenere un paese in tensione permanente perché il rischio è che poi si rompa qualcosa. Una grande democrazia come l’Italia non può mai mettere in contrapposizione umanità e sicurezza. Il ministro dell’Interno fa solo la faccia feroce, ma così il rischio è che a un gesto simbolico possa essere contrapposto un altro gesto simbolico. Problemi così complessi si risolvono tessendo reti con altri paesi, di chi fa l’incredibile Hulk nessuno ha paura».
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