Il futuro del lavoro tra uomini e robot
Ne discuteranno i giornalisti Luca De Biase autore del libro "Il futuro del lavoro" e Giampaolo Colletti. L'appuntamento è al teatro Santuccio giovedì 8 novembre alle 17
Nel 1995 Jeremy Rifkin pubblicò il libro dal titolo “La fine del lavoro”. La tesi sostenuta da questo importante economista era le seguente: la terza rivoluzione industriale che introduce una grande potenza di calcolo dei computer porterà grande disoccupazione soprattutto nel settore terziario, cioè in quelle aziende che producono servizi.
Sono passati più di vent’anni dalla pubblicazione di quel libro e non solo il lavoro non è finito, ma il terziario avanzato si è ulteriormente sviluppato sulla spinta del digitale. Fare previsioni sugli impatti che l’innovazione tecnologica ha sulla società, sull’economia e sulle persone è sempre molto difficile e uno dei motivi di questa difficoltà risiede nella velocità con cui la tecnologia evolve.
Oggi stiamo vivendo una nuova transizione. Con la digitalizzazione dell’economia si è aperta la strada alla quarta rivoluzione industriale e alla preoccupazione circa gli effetti che avrà rispetto all’occupazione. I robot, l’intelligenza artificiale, l’Iot, gli algoritmi sostituiranno l’uomo nel lavoro? Questa è una delle domande che ricorre con maggiore frequenza non solo tra gli addetti ai lavori. Siamo di fronte a un cambiamento epocale dove tutto è in discussione al punto che più di qualche analista ha parlato di «salto antropologico». In tale contesto il tema del lavoro monopolizza il dibattito perché è da lì che passa l’identità sociale e l’essere cittadini realizzati.
Il nuovo libro di Luca De Biase, responsabile di Nòva24, inserto del Sole24ore, dal titolo “Il lavoro del futuro” (Codice edizioni) prova a diradare la nebbia sull’argomento. Secondo De Biase, rispetto al passato ci troviamo di fronte a una grande discontinuità. Nell’Italia dell’immediato dopoguerra, il passaggio dall’agricoltura alle fabbriche era lineare, milioni di persone cambiarono lavoro e stile di vita ma sapevano dove erano i nuovi posti di lavoro e che cosa li aspettava. Nella quarta rivoluzione industriale invece la velocità dell’innovazione rende difficile immaginare nuovi scenari e quale sarà l’economia del futuro. L’incertezza di oggi nasce dunque dalla mancanza di una prospettiva certa. E poiché le persone non sanno dove andare, non sanno nemmeno come prepararsi per affrontare il futuro.
Del futuro del lavoro discuteranno al Festival Glocal Luca De Biase e Giampaolo Colletti, firma di Nòva24, Repubblica, Millionarie, Metro e Che Futuro. L’appuntamento è per giovedì 8 novembre al Teatro Santuccio alle ore 17.
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