La salute è un bene comune, quali strategie per continuare a garantirla
Venerdì 9 novembre, al centro congressi Ville Ponti, esperti e ricercatori si interrogheranno sulle nuove frontiere del Welfare, tra aumento dell'età media e sviluppo tecnologico
Una società che invecchia sempre più. Malattie che diventano croniche. La tecnologia che migliora le sue offerte. È questo lo scenario su cui si discute il futuro della sanità in Italia.
A fronte di un aumento considerevole di over 65enni, con le patologie croniche che assorbono da sole il 70% della spesa sanitaria, occorre capire quali e quanti investimenti andranno fatti per garantire il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della nostra Costituzione.
Una riflessione che deve riguardare anche la popolazione che vivrà le modifiche del modello di welfare e si troverà a dover riflettere sui cambiamenti.
Festival Glocal, con i suoi spunti di innovazione, pone quindi l’attenzione su questo tema molto delicato, data la quota di bilanci che assorbe dal livello nazionale a quello regionale.
Venerdì 9 novembre, dalle ore 16, a Villa Andrea nel centro congressi Ville Ponti, si parlerà proprio di “territorio bene comune”.
Tra gli speaker del convegno il dottor Claudio Pucci, amministratore delegato del Centro Polispecialistico Beccaria di Varese
« Il titolo ben rappresenta la finalità di questo momento di discussione – commenta il dottor Pucci – Il territorio è inteso come la comunità che vi risiede ed è destinataria dei servizi. In quell’incontro ci interrogheremo su cosa e come potremo offrire noi operatori della sanità, in un modello trasversale pubblico provato».
Ma qual è lo stato dell’arte?
È in atto un progressivo invecchiamento della popolazione. È un dato incontrovertibile e il trend si dimostra costante, per non dire, crescente. Aumenta l’aspettativa di vita ma, insieme, la domanda di servizi di un certo tipo: parliamo più di cronicità e bassa complessità e meno urgenza ed emergenza. A questo punto occorre mettere sul tavolo tutte le risorse e vedere come inserirle in una rete.
C’è poi la componente tecnologica che in qualche modo interviene a sparigliare le carte
In medicina, sarà sempre il medico, lo specialista a decidere le azioni. Queste, poi, possono essere o meno tecnologiche, ma non si prescinde dal sapere umano. D’altra parte, oggi siamo abituati a servizi di telemedicina, a cartelle condivise, ad agende uniche. Tutti questi dovranno sempre più essere servizi che vanno incontro alle esigenze del cittadino. Servizi concreti per migliorare la sua qualità della vita. Non cambia l’intervento del medico, ma si modificherà l’accesso agli ambulatori e in questo cammino, la sinergia pubblico/privato sarà sempre più determinante.
L’approfondimento finale verrà affidato ai presidenti delle Commissioni sanità di 4 regioni italiane dato che è proprio l’ente Regione a gestire la spesa sanitaria: oltre alla Lombardia, con il presidente Emanuele Monti, interverranno la collega della Sicilia Margherita La Rocca Ruvolo e il rappresentate di un modello regionale politicamente diverso: quello del Lazio Giuseppe Simeone. Sarà un confronto anche tra aree diverse del paese accomunate, però, dall’identica esperienza del servizio di emergenza urgenza 112NUE, partito nel 2010 proprio dalla centrale di Varese e da lì esteso piano piano alle regioni italiane.
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