Quindicenne seviziato per ore da un gruppo di coetanei

La polizia sta indagando su un grave fatto di cronaca denunciato da un adolescente, ricoverato per alcuni giorni al reparto di neuropsichiatria infantile. Il legale della famiglia: "Fatto gravissimo, risposte subito"

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Legato ad una sedia per ore, minacciato e umiliato pesantemente, tanto da dover ricorrere a diversi giorni di ricovero alla neuropsichiatria infantile dell’ospedale Del Ponte di Varese, dopo un primo accesso avvenuto qualche giorno prima al pronto soccorso.

La polizia di Varese sta indagando su quanto denunciato da un quindicenne e avvenuto secondo il racconto fatto agli investigatori nel pomeriggio di venerdì 9 novembre.

Verso le 13.30 il giovane sarebbe stato avvicinato da quattro coetanei (alcuni di un anno più giovani) che conosceva di vista nelle vicinanze di una scuola dove aveva un appuntamento con un amico: i ragazzi quasi con tono canzonatorio gli hanno chiesto di seguirlo. Ma non appena arrivati in un vicino garage, dapprima con tono tranquillo e poi sempre più minaccioso, ecco il quartetto trasformarsi: botte e pugni, seguiti da minacce. La vittima sarebbe stata fatta spogliare e legata con fili elettrici ad una sedia, con acqua fredda e sapone lanciati addosso e l’obbligo di fumare marijuana.

Questo per ore.

Alla fine delle sevizie il giovane, frastornato e con ecchimosi in diverse parti del corpo è tornato a casa dove ha avvisato i genitori che hanno chiamato il 112: sul posto la polizia e l’ambulanza che l’ha trasportato al pronto soccorso del Circolo, da cui è uscito nelle prime ore del mattino successivo. Ma la storia non finisce qui poiché i contatti fra alcuni componenti del gruppo di giovani e il quindicenne sono proseguiti anche attraverso i social, con minacce e continue vessazioni.

Il successivo lunedì 12 novembre, arrivato per un controllo clinico all’ospedale Del Ponte, i medici hanno deciso di trattenerlo per alcuni giorni, fino a venerdì, quando sulle dimissioni si parlava di “ricordi intrusivi involontari e spiacevoli”, “flashback e stato di ansia e ipervigilanza”.

Poi, una volta uscito dall’ospedale pediatrico, il quindicenne ha avuto altri contatti, sempre su Instagram, con alcuni dei coetanei accusati di averlo minacciato e picchiato.

La polizia ha identificato i quattro minori, che sono stati portati in questura e rilasciati: la loro posizione è tuttora al vaglio degli investigatori come il movente di questi fatti, che sarebbe da ricercarsi in debiti contratti fra il gruppo degli aggressori e un amico della vittima, “colpita” per punire un ritardo nei pagamenti legati, sembra, a un giro di cannabis legale.

L’avvocato a cui i genitori del ragazzino sono ricorsi per intraprendere le prime azioni legali, Augusto Basilico, parla di “atti gravissimi, per i quali la famiglia si aspetta particolare attenzione da parte delle istituzioni”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Novembre 2018
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