Galparoli alla seconda mozione: dopo il referendum, ora il Daspo Urbano
La prima mozione del neo consigliere Piero Galparoli, subentrato con lo scorso consiglio comunale alla dimissionaria Carlotta Calemme, si occupa di decoro urbano
E’ la seconda mozione depositata dal neo consigliere Piero Galparoli, subentrato con lo scorso consiglio comunale alla dimissionaria Carlotta Calemme. Dopo la prima, annunciata direttamente in consiglio comunale e avente per oggetto il referendum sul compenso del sindaco, la seconda si occupa di decoro urbano, richiedendo al sindaco l’applicazione del Daspo in alcune zone “calde” di Varese.
Nella mozione depositata e indirizzata a sindaco, consiglieri e presidente del consiglio comunale di Varese, Galparoli premette che «il Regolamento di Polizia Urbana segnala che è vietato “avere atteggiamenti e comportamenti pericolosi o molesti nei confronti di altri soggetti, nelle strade ed aree pubbliche o ad uso pubblico, recando intralcio o pericolo al flusso pedonale o veicolare, o avvicinarsi ai veicoli in circolazione vendendo merci o offrendo servizi di lavaggio di vetri o di altre parti, ovvero causando molestie alle persone mediante richieste di danaro o offerte di oggetti effettuate in modo insistente”».
E chiede così al sindaco, in forza dei poteri che gli sono stati dati, di «dare attuazione al cosiddetto decreto Minniti applicando i Daspo Urbani, che prevedono l’allontanamento per 48 ore dei soggetti colpiti dal provvedimento, sollecitando poi la conferma dei provvedimenti sindacali presso il Questore di Varese nei confronti di questuanti molesti presso precisi ambiti territoriali del Comune per motivi di carattere contingibile ed urgente».
La mozione, specifica il consigliere di Forza Italia, è dovuta dal fatto che «Cittadini e consiglieri Comunali segnalano molte situazioni di straordinaria criticità che il Regolamento di Polizia Urbana non è in grado di contrastare in corrispondenza dei semafori, del centro cittadino, di Piazza Repubblica e delle stazioni: il numero delle persone, straniere ed italiane, dedite all’accattonaggio anche molesto è di tale gravità, ed in notevole aumento rispetto al passato, tanto da impedire la fruibilità di alcune zone della città» e che «I fatti sopra evidenziati sono identificabili in precisi ambiti territoriali ed ascrivibili a soggetti che persistono, anche in maniera molesta, nel perpetrare i comportamenti stessi».
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