Decreto Sicurezza e campi nomadi, Fratelli d’Italia tra Roma e Gallarate
A Roma fanno «da stampella» al governo, a Gallarate sono alle prese con lo sgombero del campo sinti. L'alfiere locale Martignoni riconosce: "Chi è del mestiere sapeva che non si potevano mettere in tenda e basta. Ma andava fatto"
«Sui campi nomadi il sindaco di Milano Sala non sta facendo abbastanza». Riccardo De Corato, vicesindaco di ferro negli anni del centrodestra a Milano, non poteva che tornare anche sul tema caldo di questi giorni – il campo sinti – nel corso dell’incontro di Fratelli d’Italia sul tema sicurezza.
«Gli onorevoli Paola Frassinetti e Marco Osnato, sul decreto sicurezza, hanno ricordato che noi abbiamo fatto da stampella a questa maggioranza spuria», spiega Giuseppe De Bernardi Martignoni, alfiere locale del partito di Giorgia Meloni.
È un po’ la posizione anomala di FdI in questo frangente: forse più a destra della coalizione di governo giallo-verde, rivendica però un approccio più competente su vari temi. De Corato, si diceva, ha ricordato i risultati ottenuti sugli sgomberi dei campi Rom ai temi delle giunte Albertini e Moratti e ha attaccato il sindaco attuale di centrosinistra Giuseppe Sala.
Ma poi in sala c’era anche Francesca Caruso, assessore alla sicurezza. Inevitabile affrontare oggi anche il nodo del sgombero di via Lazzaretto a Gallarate, che sta prendendo una piega un po’ surreale, tra tende allestite in altri quartieri, offerte “non negoziabili” che diventano trattabili, l’ipotesi di un trasferimento dei sinti in albergo, dopo aver spostato roulotte e case mobili.
«Piena fiducia all’amministrazione e al sindaco,che è venuto anche a portare il suo saluto: si è detto di divisioni in giunta ma che io sappia c’è pieno appoggio, lo ribadiamo» dice Martignoni. Che a fronte dell’andamento un po’ incerto dello sgombero (che si sta facendo, è innegabile), dice: «Chi è del mestiere lo sapeva. Sono cittadini italiani, gallaratesi e residenti a Gallarate, quindi si procede come se ci fosse un normale sfratto. Era ovvio che non si potevano mettere nelle tende: spiace per i forcaioli, ma non si può fare».
Non è un po’ assurdo finire a sgomberare persone che poi vanno comunque sistemate altrove? «Lo si fa perché è una situazione che non rispettava alcune normative, c’erano pagamenti arretrati. È una situazione che gli stessi sinti avrebbero dovuto affrontare in modo diverso prima. La colpa non è dell’amministrazione, che ha solo adottato provvedimenti dovuti. Io avrei prorogato fino a gennaio, ma bisognava arrivare al dunque. Quando si parla di legalità non si possono fare i conti in tasca, se si deve ripristinare la legalità».
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