Gadda: “Nella manovra, in pericolo i fondi per povertà alimentare”
Accantonato l'emendamento presentato dall'onorevole Gadda che innalzava a 10 milioni il fondo per gli aiuti alimentari
«Il governo del reddito di cittadinanza vuole evidentemente dimezzare i fondi destinati per gli aiuti alimentari ai poveri. Questo significa che meno persone indigenti potranno avere accesso ad un bene primario quale è il cibo». Lo dichiara Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, a proposito dell’accantonamento dell’emendamento alla legge di Bilancio da lei presentato, che innalzava a 10 milioni il fondo per gli aiuti alimentari.
«Si trovano 25 milioni per creare una inutile struttura di missione a palazzo Chigi dove sarà possibile assumere senza concorso, ma non 5 milioni per i poveri. Mentre si promette di stampare – spiega – le fantomatiche tessere del reddito di cittadinanza, centinaia di migliaia di persone in Italia possono sfamarsi grazie al fondo destinato all’acquisto di alimenti poi distribuito dalle associazioni di volontariato. Ora, dopo questa legge di Bilancio, la quantità di alimenti distribuiti rischia di essere dimezzata rispetto all’anno precedente. Il governo, evidentemente, sembra andare nella direzione di una cancellazione di ogni forma di sussidiarietà e di sostegno ai poveri. Il reddito di cittadinanza, se e come ci sarà, non cancellerà la povertà. Si commette inoltre un grande errore, perché si svilisce il lavoro silenzioso e prezioso che svolgono ogni giorno le associazioni di volontariato, che non distribuiscono solo beni ma contrastano l’emarginazione sociale attraverso la loro opera. Bocciando l’emendamento sui fondi, il governo non sbatte solo la porta in faccia a loro ma anche a centinaia di migliaia di persone a rischio emarginazione sociale».
«Con grande rammarico – ha aggiunto la parlamentare- faccio anche notare che lo stesso movimento, che sul Blog delle Stelle scrive che la legge sullo spreco alimentare non basta, oggi boccia la mia proposta e non riesce a trovare 2 milioni di euro per rifinanziare i progetti innovativi legati al recupero delle eccedenze e la ricerca».
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