Gli incendi nei boschi sono costati 1,5 milioni alla Lombardia. “Ma il sistema antincendio funziona”
È solo il costo sostenuto dalla Regione, a cui vanno aggiunti quelli a carico dello Stato. L'assessore regionale Foroni in visita alla Rasa ha incontrato e ringraziato anche i vertici del Parco Campo dei Fiori e i volontari antincendio. "Continueremo a investire"

«I costi definitivi non ci sono ancora, ma la stima è non inferiore al milione e mezzo di euro». È il bilancio – limitatamente al costo per Regione Lombardia – degli incendi di inizio anno sull’arco alpino e prealpino. A dare la cifra è l’assessore regionale alla protezione civile Pietro Foroni, venuto alla Rasa per vedere (dall’elicottero) i 400 ettari andati in fumo e per ringraziare chi ha lottato contro il fuoco.
Numerosi sono stati i roghi all’inizio dell’anno, legati a incuria e dolo. Complessivamente ben 28 incendi in Lombardia, che hanno visto impegnate 32 unità dei Carabinieri Forestali, 417 vigili del fuoco, 1404 volontari antincendio. E ancora dal cielo 7 elicotteri “regionali” (cioè attivati in base al contratto antincendio di Regione Lombardia), due grandi elicotteri Ericsson Sikorski, quattro Canadair dei Vigili del Fuoco. Ovviamente, se si calcolano anche i costi sostenuti dallo Stato il costo degli incendi è molto più alto (qui una serie di informazioni)
«Per otto anni non ho visto nessun incendio, in due anni ho visto due eventi devastanti come superficie colpita» ha spiegato a Foroni il presidente del Parco Campo dei Fiori Giuseppe Barra. Riferimento prima all’incendio sul versante Sud del Campo dei Fiori nel 2017 e poi all’incendio delle settimane scorse al sistema Martica-Chiusarella, che ha visto andare in fumo 6 ettari di bosco nel comune di Brinzio, 181 nel territorio di Induno Olona, 131 in Comune di Valganna, 49 in territorio di Varese.
Le cause? Sempre quelle: la difficoltà di tenere puliti i boschi, l’incuria o il dolo di chi usa fiamme libere, il clima di siccità persistente associata al vento forte, almeno in alcune giornate. Questi ultimi due elementi sembrano quelli che fanno la differenza: «La situazione climatica incide in modo diverso, mentre pensare di riattivare una filiera del bosco, in presenza di boschi che non hanno un alto valore economico, non è facile né immediato».
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In questo scenario complicato, l’aspetto positivo è rappresentato proprio dal modello operativo in Regione Lombardia, fatto di intervento diretto (soprattutto con i mezzi aerei) ma anche di formazione dei volontari pronti ad attivarsi. «Nove volte su dieci ci consente di arrivare sul fuoco subito».
«Anche questa volta grazie a sistema Regione Lombardia ce la siamo cavata, ma bisogna continuare a investire nei nostri uomini di antincendio boschivo» ha ribadito l’assessore delegato da Attilio Fontana a territorio e Protezione Civile, che ha ricordato come la Regione stanzi «4,3 milioni di euro all’anno» per prevenzione e contrasto agli incendi boschivi. «L’ultima Legge di stabilità Regione avrà tutta una serie di risorse in più, che sfuggono ai calcoli del parametro europeo Deficit/PIL e Debito/PIL. Continuo poi a pressare il Ministero dell’ Ambiente per ottenere risorse ancora dovute, 148 milioni, per il progetto ex Italia Sicura».
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