Autotrapianto di rene su una giovane donna all’ospedale di Varese
Il delicato intervento è durato circa 12 ore. La paziente, a cui è stata ricostruita l'arteria, potrà così condurre una vita normale
Delicato trapianto di rene all’ospedale di Varese. La paziente è una giovane donna che è stata sottoposta a un intervento complesso e multidisciplinare.
L’operazione è avvenuta due settimane fa su una paziente affetta da aneurisma dell’arteria renale.
L’intervento si articola in tre fasi: la nefrectomia, ovvero l’asportazione del rene, la ricostruzione al banco dell’arteria colpita dall’aneurisma, mantenendo l’organo in ipotermia, e la fase finale di trapianto dell’organo.
A rendere particolarmente complessa questa procedura sono innanzitutto le dimensioni ridotte dei rami intraparenchimali, cioè i vasi arteriosi profondi che alimentano il rene e che devono essere sottoposti a ricostruzioni con tecnica microchirurgica. Vengono prelevate le vene compromesse che vengono così sostituite .
La paziente, inoltre, aveva un solo rene. Procedere all’autotrapianto, quindi, non era solo necessario per evitare che l’aneurisma, di dimensioni crescenti e in una posizione delicatissima, si rompesse ma anche per impedire che la giovane fosse destinata alla dialisi per la vita.
«L’aneurisma dell’arteria renale è una patologia piuttosto rara che può comportare conseguenze molto gravi: la perdita del rene o, nel caso di rottura dell’aneurisma, la morte del paziente. – spiega il Prof.Giulio Carcano, Direttore della Chirurgia dei Trapianti – Le nuove tecniche di chirurgia endo-vascolare permettono di trattare questi aneurismi inserendo dei dispositivi che escludono l’aneurisma mettendolo in sicurezza. Purtroppo, però, nel caso della nostra paziente l’aneurisma coinvolgeva i rami arteriosi più importanti per la vascolarizzazione dell’organo: in questi casi di aneurisma ‘complesso’ il trattamento tradizionale prevede l’asportazione del rene con la perdita della sua funzione. Esiste però un’alternativa: l’autotrapianto di rene, e la nostra esperienza a Varese ha raggiunto il numero di dieci pazienti trattati con risultati ottimali».
La complessità chirurgica oggi viene affrontata con l’applicazione delle più moderne tecnologie della realtà aumentata. Grazie alla diagnostica eseguita mediante Tomografia Computerizzata viene ricostruito l’organo con le sue caratteristiche anatomiche più fini. Questo permette una pianificazione ottimale della fase preoperatoria. Nei casi più complessi, come quello in questione, la stampa 3D dell’arteria e del suo aneurisma permette al chirurgo di definire con precisione il numero delle anastomosi da eseguire e la lunghezza dei segmenti venosi da utilizzare. In questo modo vengono ridotti drasticamente i rischi di ischemia fredda a cui l’organo è sottoposto. L’attenta pianificazione ha consentito di ridurre progressivamente il tempo operatorio di questo delicato intervento, che comunque non è mai inferiore alle 10-12 ore.
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