Suona la campanella: 104.000 studenti “ammassati” in classe
Vigilia di attesa per il primo giorno di scuola che riporterà in classe 104.213 alunni. Duemila in più gli alunni rispetto all'anno scorso, ma il numero dei docenti non è cambiato
Sono 104.213 gli studenti della provincia di Varese. Dalla scuola materna sino alle superiori sono pronti per affrontare un nuovo anno di studio. Negli asili, le porte si sono aperte il 5 settembre scorso. Domani, invece, toccherà a tutti gli altri, circa duemila in più rispetto all’anno scorso.
I ragazzi che frequenteranno gli istituti superiori statali saranno mille in più: 35.023 a cui vanno aggiunti i circa mille studenti del serale, i 3500 delle private parificate e i 3000 della formazione professionale. È un trend in crescita che sta caratterizzando gli ultimi anni: nel 2011 iniziarono 34.040 ragazzi mentre due anni fa 33.200. A fronte della crescita della popolazione studentesca, però, non si registra un adeguato aumento di personale docente: la regola è più studenti per classe, con 30/31 alunni in quasi tutte le prime.
Anche per quest’anno, i licei sono risultati i più gettonati con circa 15.500 ragazzi. Sono piaciute soprattutto le novità delle scienze umane e dei linguistici che hanno “pescato” nel bacino tradizionalmente sensibile al percorso scientifico ( in netto calo). Hanno tenuto, invece, i classici e anche gli artistici.
Bene l’andamento degli istituti tecnici (12.500 iscritti) che si stanno riprendendo dopo gli anni bui dell’incertezza della Riforma: le iscrizioni in prima sono andate molto bene, in particolare nel campo tecnico e tecnologico. Prosegue, però, il declino dei ragionieri che non riescono più a intercettare le simpatie dei ragazzi, più inclini a seguire percorsi con un’offerta linguistica straniera più corposa.
Decisamente fermi, invece, i professionali statali che pagano le incomprensioni legate alla Riforma Gelmini. In tutto sono 7000 studenti di cui 3000 dei CFP.
Sul piano organizzativo, l’anno non si apre sotto i migliori auspici: il pasticcio del concorso per i presidi ha costretto l’Ufficio scolastico a "dividere" i dirigenti in servizio, ogni preside presiede, in media. Nonostante gli ingressi in ruolo di 269 docenti, la scuola varesina ha ancora delle cattedre da coprire: il tour de force degli uffici amministrativi ha permesso di salvare in extremis ( venerdì scorso 7 settembre) gran parte delle carenze dell’organico di fatto ( coperto dai supplenti) ma mancano ancora alcuni "spezzoni" che verranno colmati direttamente dai presidi. Risolte le nomine dei bidelli ( nominati in queste ultime ore), il problema riguarda il personale tecnico amministrativo: le nomine sono in corso in queste ore, in modo un po’ caotico anche a causa della collocazione dei “professori inidonei” cioè che non possono più entrare in classe e vanno impiegati nel sistema amministrativo scolastico. Si attendono istruzioni precise dal Ministero.
Di contro, in ben 29 scuole della provincia ( ma il 14 settembre prossimo ci potranno essere nuovi istituti) il primo giorno di scuola coinciderà anche con un nuovo modo di fare lezione. Entrano in aula i tablet per un’istruzione multimediale e innovativa. Al liceo classico Cairoli di Varese è tutto pronto per accogliere la classe del “progetto Archè” che prevede anche una dislocazione dei banchi innovativa. Il Candiani di Busto accoglierà i suoi studenti in uno stabile sostenibile e a impatto 0. Tetto fotovoltaico anche per la scuola elementare di Comerio che ha avviato l’anno scorso uno studio fatto dai ragazzi sul contenimento della spesa energetica.
Tutto pronto anche sul fronte dei trasporti: « Stiamo risolvendo gli ultimi dettagli – spiega Aldo Simeoni, assessore della Provincia – ma sono veramente cose minimali come, per esempio, il collegamento da Gavirate a Comabbio perchè c’è uno sfasamento di dieci minuti. Per il resto non abbiamo segnalazioni da parte dei presidi. Vorrei far notare che non abbiamo aumentato il prezzo del biglietto. Siamo una delle poche province ad aver mantenuto inalterato il costo del biglietto, grazie a una politica di contenimento degli sprechi. Abbiamo tagliato le corse inutilizzate».
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