Dall’incendio ai selfie con le armi, così sono finiti in manette sei spacciatori dei boschi
Tutto è cominciato il 30 dicembre del 2018 quando si è verificato un incendio a Montegrino Valtravaglia. Quel giorno le fiamme si presero sette ettari di bosco
Se nei reati di tipo finanziario la regola d’oro delle indagini è quella di seguire i soldi, tra i boschi dello spaccio ne vige anche un’altra: seguire le armi.
Ed è proprio attorno alle armi che fa perno l’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Luino e coordinata dal procuratore Politi che ha portato all’arresto di sei spacciatori al termine delle tante operazioni che abbiamo visto in queste settimane nei boschi della val Marchirolo, Valcuvia, Valtravaglia e Valganna.
Tutto è cominciato il 30 dicembre del 2018 quando si è verificato un incendio a Montegrino Valtravaglia. Quel giorno le fiamme si presero sette ettari di bosco e furono fermate dai vigili del fuoco. immediatamente fu intuito che il fuoco poteva essere partito da un bivacco degli spacciatori e subito sono partite le indagini dei carabinieri forestali.
Immediatamente gli investigatori notarono qualcosa di strano ed in particolare un telefono cellulare che nascondeva qualcosa di inquietante: le foto degli spacciatori in posa con numerose armi da fuoco. E non sarà l’unico ritrovamento di questo tipo durante indagine perché sembra proprio che i criminali tra i boschi avevano questa abitudine di farsi i selfie con le armi, probabilmente per dimostrare il proprio “potere”.
Il ritrovamento di quel cellulare ha stretto subito il cerchio ai primi tre sospettati nei confronti dei quali sono stati disposti alcuni appostamenti.
Così dopo i primi riscontri sono partite le operazioni sul campo: Il 9 gennaio è stato arrestato un giovane cittadino marocchino di 20 anni che aveva trovato rifugio in una vecchia abitazione abbandonata di Luino in via Lugano dove, tra l’altro, viveva in pessime condizioni igieniche.
Pochi giorni dopo, il 25 gennaio, è stato arrestato il suo complice a Milano, in viale delle Forze Armate dopo alcuni giorni di pedinamento. Infine, il 19 marzo, il terzo componente della banda viene arrestato a Milano, in via Carlo Bazzi, sorpreso a vivere in un ricovero di materiale posizionato sopra il tetto di un condominio.
In mezzo a questa serie di arresti c’è stato anche un altro importante ritrovamento. I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno rinvenuto in un bosco di Marzio un’Audi A3 intestata ad un pregiudicato prestanome di Milano ma in uso ad alcuni noti cittadini marocchini e spacciatori. È stata analizzata approfonditamente (tra le altre cose è emerso un foro di proiettile) e nel cruscotto era stato recuperato un altro telefono cellulare contenente altre foto: sono quelle degli spacciatori in posa mentre armeggiano dei fucili ed esibiscono cocaina su un tavolo.
Immediatamente scatta così un’altra operazione tra i boschi: il 15 marzo i militari della Compagnia Carabinieri di Luino e delle stazioni Carabinieri Forestali di Cunardo, Laveno Mombello e Arcisate, nel corso di un’operazione di servizio in Località Boarezzo di Valganna, hanno sorpreso altri tre cittadini marocchini che vivevano in un baracco per cacciatori traendoli in arresto.
Due di loro erano destinatari di misura restrittiva, il terzo è stato arrestato in flagranza di spaccio di stupefacenti detenzione illecita di armi. Sono stati sequestrati un fucile a canne mozze, una carabina Flobert, cartucce, oltre 100 grammi di cocaina, eroina ed hashish.
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