Dal vocabolario digitale a Van De Sfroos, il dialetto unisce Piott e Dumit
Letture, poesie e canzoni: le due Cumpagnie insieme per tramandare e riscoprire parole, tradizione e letteratura
I racconti dei nonni, narrano di goliardiche rivalità tra “vicini” e anche qualche episodio sopra le righe ma la passione per il dialetto ha riunito “Piott”, così nella parlata locale erano soprannominati gli angeresi, e “Dumit”, i tainesi. Le due compagnie dialettali locali si sono ritrovate al centro Bielli, la scorsa domenica, per uno scambio di letture e poesie, quelle dialettali di Carlo Porta (1775 – 1821) e per suonare canzoni lombarde: dalla popolare Le donne di Angera ai pezzi di Davide Van De Sfroos.
Le due Cumpagnie, gruppi di recitazione e letture dialettali, nascono per «tenere in vita un patrimonio culturale che lentamente si sta perdendo» con l’obiettivo di riscoprire il dialetto lombardo, “la lingua dei nostri padri”. Proprio per questo motivo ad Angera, i Piott hanno deciso di creare un vocabolario digitale dedicato al dialetto angerese.
A moderare l’incontro è stata Laura Tirelli che da anni si dedica al museo di storia locale di Taino. Prima di dare il via al canto e alla lettura, la professoressa ha spiegato ai presenti le caratteristiche della poetica del Porta: «Fin da ragazzo Carlo Porta è stato un grande amante della letteratura, rimanendo in contatto con illustri letterati della sua epoca, compreso Manzoni, assieme ai quali riuscì addirittura a creare una sorta di simposio chiamata Cameretta. Scrisse sempre in dialetto non solo poiché era la sua lingua, ma soprattutto era la sua ispirazione».
Grande dunque è stato il contributo del poeta alla lingua lombarda, anche in virtù del fatto che, come spiega la professoressa Tirelli: «Attraverso la sua ricchezza linguistica, Carlo Porta ha saputo rivolgersi alla satira. Riusciva a percepire e descrivere con ironia i difetti della sua epoca: la corruzione, la miseria sociale o lo sfruttamento dei bambini e dei poveri. Ci ha lasciato non solo la testimonianza di un’epoca ma un profondo spirito umanitario».
In memoria di questo spirito, Piott e Dumit hanno letto alcune delle sue poesie più celebri, fra cui la Ninetta del Verzee, On Miracol e Desgrazzi de Giovannin Bongee. Veri e propri racconti in versi in cui emerge il tono mordace e faceto del poeta. In particolare modo la prima poesia, pur con i toni della satira, dà voce a una forte realtà sociale. Ninetta, povera venditrice presso il Verziere (antico mercato milanese) si vede costretta a prostituirsi dopo una relazione truffaldina «Ma, gh’hoo avuu ona passion, varda, in sti dì che l’è stada, per brio! el mè tracoll.»
Prima dei saluti finali, l’incontro si è concluso con un canto corale che ha saputo coinvolgere e far cantare in dialetto tutti i presenti in sala reso possibile grazie all’accompagnamento musicale (chitarre e armonica) di Claudio Crenna e Roberto Grava.
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