Giovani di valore, un esempio riuscito di welfare di comunità
Presentati a Villa Truffini i risultati del più importante progetto sul tema dell'occupabilità giovanile in provincia di Varese
Per chi era presente a Tradate alla giornata organizzata dai Giovani di valore (Gdv)per fare il punto sui risultati del progetto, a tre anni di distanza dal suo inizio, è stata un’occasione importante per capire la straordinaria potenzialità del welfare di comunità su un tema delicato e nevralgico come quello dell’occupabilità giovanile. (Nella foto, da sinistra: Nicolò Cagnan, Mirko Migliarino e Michela Estrafallaces)
Il fatto poi di rendere conto al territorio e a tutti i partner del progetto, pubblici e privati, profit e non profit, di quello che si è fatto con le risorse ottenute, è di per sé una pratica buona e giusta. Altrettanto interessante è stata la formula scelta nella presentazione dei risultati, dove si sono alternati i sostenitori del progetto e i destinatari dell’intervento, in un intreccio che ha modificato positivamente la percezione e quindi la narrazione dell’universo giovani.
«Fino ad ora avevo capito poco del progetto. Oggi ho capito tutto e vi ringrazio» ha detto con un pizzico di autoironia il sindaco di Azzate Gianmario Bernasconi. In effetti Gdv è qualcosa di molto complesso, come dimostrano i numeri, presentati da Marinella Luciani, responsabile dell’Ufficio di piano di Tradate, ente capofila e anima del progetto. L’azione ha coinvolto: 2.823 giovani, 93 società profit, 65 tra enti e associazioni, 65 professionisti pro bono, cioè che hanno prestato la loro consulenza gratuitamente, 7 istituti scolastici superiori e 2 università (Insubria e Cattolica).
Una rete che ha generato un valore enorme in termini di competenze adeguate per affrontare il nuovo mercato del lavoro, attraverso corsi e percorsi professionali (ad esempio, Inside social, corso di comunicazione digitale, e Officina delle idee, corso orientato alle soft skills maggiormente richieste). E ancora, incontri per sviluppare le caratteristiche necessarie e acquisire le competenze per diventare leader del non profit o per assecondare in modo coerente l’inclinazione all’autoimprenditorialità. A tutto questo si è aggiunta un’intensa attività di orientamento, con specifici workshop, nelle scuole superiori e nelle università che hanno aderito al progetto, esperienze in azienda e percorsi individualizzati. Insomma, la rete è stata soggetto e al tempo stesso oggetto dell’azione.
Alla giornata di Villa Truffini era presente anche Katarina Wahlberg, referente Fondazione Cariplo del programma Welfare in Azione che ha finanziato il progetto. La manager ha sottolineato l’importanza di Gdv come esempio di welfare in azione, intervento che non è solo una risposta contingente a un’emergenza, come appunto può essere il tema dell’occupazione giovanile, ma che guarda al lungo periodo. «Oggi, il tema del lavoro è dirompente – ha detto Wahlberg – e il valore di questi interventi sta nella loro capacità di essere un fattore di crescita e di progresso per un territorio. Riattivare e ricomporre le risorse che già ci sono significa innescare un processo virtuoso e non giustapporre l’innovazione di un progetto pensato altrove». Come dire: un progetto, per funzionare, non deve essere calato dall’alto.
Infine, molti dei ragazzi coinvolti nel progetto, pur non essendo potuti intervenire alla giornata di Villa Truffini, hanno mandato i loro saluti. Erano impegnati con il loro nuovo posto di lavoro.
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