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Clochard in ospedale: situazione indecorosa

Pronto soccorso Gallarate
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7 Giugno 2019

Buongiorno,

mi chiamo Samuele Aspesi e sono a scrivere questa lettera per sottoporre alla Vostra cortese attenzione quanto accaduto nella notte tra sabato 01/06/2019 e domenica 02/06/2016 presso
l’ospedale di Gallarate, dove mi sono recato con mia nonna novantenne che accusava forti dolori alla pancia e nausea importante.

Una volta presa in carico dagli addetti la paziente, io, mio padre mia madre e la mia compagna abbiamo atteso l’esito degli esami e il riscontro dei medici pazientemente nella sala adibita
all’attesa, nella quale vi erano altri pazienti e giaceva dormiente un senzatetto ubriaco seduto su una carrozzina.

Con tutto il rispetto dovuto, il forte odore di urina proveniente dal signore senza dimora ha raggiunto l’apice nel momento in cui lo stesso, in completo stato confusionale e non cosciente, si è
urinato addosso restando sempre seduto. Da quell’istante, l’aria è diventata irrespirabile, costringendoci ad entrare e uscire più volte dalla porta per prendere ossigeno, sperando, invano, che gli infermieri addetti al triage provvedessero a pulire l’urina depositata sul pavimento quanto prima.

Dopo circa venti minuti abbondanti, decido di rivolgermi ad uno dei due infermieri allo sportello.  Al mio “Mi scusi” vengo zittito da un suo gesto con la mano che mi chiede di aspettare, senza che
distogliesse lo sguardo dal monitor del pc. Attendo cinque minuti prima di rivolgermi al suo collega più giovane, con una fasciatura sul braccio, il quale, con atteggiamento strafottente mi dice,
gesticolando, “un attimo”.

A quel punto, indignato, esclamo “scusate, adesso basta! Quel signore si è fatto la pipì addosso e l’aria è irrespirabile, qualcuno gentilmente faccia qualcosa”. L’infermiere si è alterato e alzando il tono di voce mi ha risposto: “Signore, io non so cosa dirle, chiami i carabinieri”.

Nonostante la mia preoccupazione per il senzatetto che riversava in condizioni inumane senza preoccupazione alcuna da parte degli addetti, vengo oltretutto accusato ingiustamente di volerlo cacciare dalla struttura.

L’accesa discussione si è conclusa con una richiesta da parte mia di esporre il tesserino di riconoscimento, purtroppo sfacciatamente respinta dagli interessati, i quali mi invitano a rivolgermi all’URP.

Il trambusto della conversazione ha svegliato il senzatetto, il quale, imbarazzato per quanto accaduto, ha pulito con la traversa che aveva a disposizione la sedia e il pavimento, prima di lasciare barcollando la sala d’attesa. Dopo ulteriori dieci minuti, sbuffando e lanciandomi sguardi d’ira, l’infermiere più giovane con una fasciatura sul braccio, lo identifico così perché non mi ha voluto dare le sue generalità, si è recato a pulire.

L’episodio mi ha rammaricato profondamente, non solo per il disagio causato ai pazienti presenti, ma anche per lo scarso interesse rivolto nei confronti di una persona in difficoltà, non ritengo corretto che un infermiere si comporti e risponda in quel modo. Da qui la mia decisione di far sapere a chi di dovere l’accaduto per far sì che simili episodi non si ripetano.

Grazie per l’attenzione.

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    La situazione che ha descritto rispecchia fedelmente il paese.
    Un esercito di “non mi compete” affiancati da un esercito altrettanto numeroso di manager. Quei pochi che rimangono si arrabattano cercando con sforzi sovrumani di arrivare a fine mese e fare andare avanti servizi, persone e cose.
    La paralisi è prossima ma l’importante è garantire le mega cariche politico-dirigenziali della sanità.

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