Non chiamateli bambini difficili
Autonomia, fiducia e regole semplici, ma anche ironia e gioco condiviso con gli adulti aiutano i bambini a disinnescare il circolo vizioso degli atteggiamenti oppositivi
Magari tendono a non ascoltare, a sfidare gli adulti o a comportarsi male, ma non chiamateli “bambini difficili”. Fino alla preadolescenza in realtà i bambini vorrebbero compiacere genitori e insegnanti. Bisogna metterli nelle condizioni di farlo, evitando che alcune caratteristiche caratteriali innestino nei bambini, e nelle relazioni con loro, dinamiche che non li fanno stare bene, innanzi tutto con se stessi.
I bambini cosiddetti “difficili” spesso hanno talenti straordinari, sono molto sensibili e quindi tendono a costruirsi delle corazze protettive fatta di provocazioni e rifiuti, oppure provano un mondo di emozioni che faticano ad esprimere.
Alcune strategie educative aiutano questi bambini a trovare un po’ di pace.
FIDUCIA
Ricevere piccoli incarichi di responsabilità non solo gratifica il bambino, migliorandone l’autostima, ma lo aiuta a sentire la fiducia dell’adulto nei suoi confronti. Una fiducia che il bimbo sarà più disposto a contraccambiare quanto più l’atteggiamento dell’adulto sarà sicuro e prevedibile.
TEMPO DI QUALITÀ
Significa passare del tempo dedicato insieme al bambino, per giocare e ridere insieme, e trovare così una confidenza empatica reciproca. Stare bene insieme aiuta il bimbo a sentire che teniamo a lui, anche se spesso si comporta male. Questo gli permette anche di “ripulire” un po’ l’immagine negativa che ha di sé stesso e quindi di imboccare la strada per uscire dal circolo vizioso in cui si è infilato.
DIALOGO SINCERO
Parlare con i bambini può non essere semplice, perché stanno ancora imparando ad usare il linguaggio verbale, ma il dialogo franco e sincero, dove l’adulto innanzi tutto ascolta, aiuta ad abbassare le barriere.
SMORZARE GLI ATTEGGIAMENTI OPPOSITIVI
Secondo lo psicopedagogista Stefano Rossi, se l’adulto si irrigidisce per ogni cosa, finisce involontariamente con l’alimentare il meccanismo della sfida e dell’opposizione, entrando in un circolo vizioso. Per evitarlo si può ad esempio scegliere di ricorrere all’ironia per riprendere i comportamenti scorretti meno gravi e invece richiamare con fermezza le regole fondamentali che devono essere semplici, chiare e comprensibili per un bambino. Regole sempre uguali, da ribadire sempre con le stesse parole, possibilmente senza perdere la calma, magari mostrandosi più dispiaciuti che arrabbiati.
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