Sicurezza del lavoro: in Lombardia incidenti mortali in aumento
Da gennaio ad oggi sono quasi 100 gli incidenti sul lavoro con esito mortale nella nostra regione
Da gennaio ad oggi sono quasi 100 gli incidenti sul lavoro con esito mortale nella nostra regione, unica nel nord Italia, insieme alla provincia autonoma di Bolzano, in controtendenza.
I dati diffusi ieri da Cisl Lombardia disegnano una situazione per molti aspetti preoccupante.
Da gennaio a luglio 2019 l’Inail ha rilevato 88 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale. A questi si devono sommare i 9 morti per infortunio sul lavoro del mese di agosto registrati dalle Ats (ex Asl) lombarde. “La Lombardia è la sola regione del Nord Italia, insieme alla provincia autonoma di Bolzano, che rileva un dato infortunistico con esito mortale in aumento rispetto allo stesso periodo del 2018 ( gennaio-luglio), quando le denunce all’Inail sono state 83”, sottolinea Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia con delega alla salute e sicurezza sul lavoro.
Le denunce di infortunio sul lavoro in Lombardia (in occasione di lavoro e in itinere) nei primi sette mesi del 2019 hanno registrato una modesta flessione: 71.444 casi, rispetto ai 71.681 dello stesso periodo 2018.
Aumentano in Lombardia anche le denunce di malattia professionale: gennaio-luglio 2019 n. denunce 2.625 (nello stesso periodo del 2018 le denunce di malattia professionale in Lombardia sono state 2.554).
“Siamo ormai dal 2017 in presenza di un andamento degli indicatori di salute e sicurezza nel lavoro in chiaro peggioramento – afferma Rancati – ancora non vediamo un cambio di passo nella risposta delle istituzioni che pure hanno la responsabilità di intervenire per garantire un lavoro sano e sicuro”.
La prima azione da fare, secondo la Cisl Lombardia, è il rafforzamento delle attività ispettive e di controllo sul rispetto delle norme antinfortunistiche, per promuovere una diffusa cultura della prevenzione e una migliore gestione dei rischi nel lavoro. Ma a questo fine bisogna mettere i Servizi di Prevenzione delle Ats, cui compete l’attività di vigilanza nelle aziende, nella condizione di maggiore operatività, aumentando le dotazioni organiche attuali che già scontano negli ultimi anni forti riduzioni del personale per pensionamenti e mancanza di turn-over.
Non mancano le risorse finanziarie per fare questo: ogni anno Regione Lombardia recupera circa 8 milioni di sanzioni che obbligatoriamente la legge vuole siano impegnate nell’attività di prevenzione. “Allora s’impegnino per davvero queste risorse fino all’ultimo euro – chiede Rancati – per assicurare un’azione di prevenzione e controllo adeguata alle tendenze in atto. I controlli annuali che attualmente si riescono a fare su 29.000 aziende rispetto alle 480.000 in Lombardia non bastano. Assumere, peraltro con fatica (perché con contratti a tempo determinato di 12 o 18 mesi e senza alcuna garanzia di stabilizzazione), come deciso con il programma straordinario triennale del 2018, 45 tecnici della prevenzione per controllare 1.000 aziende in più, non è sufficiente”.
“La Cisl Lombardia – conclude Rancati – chiede dunque alla Regione un impegno più concreto e responsabile per contrastare gli effetti infausti di un evidente e diffuso abbassamento della guardia in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
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