Arriva la stangata per le famiglie sugli scuolabus
La mancata approvazione del Decreto Scuola impone ai Comuni di togliere il contributo. A Varese il costo passa da 15 a 21 euro al mese ad alunno
Tutti speravano nell’approvazione in extremis del “Decreto scuola” ma è caduto il Governo e, con lui, le speranza di evitare il salasso per le famiglie.
Dal prossimo anno scolastico, i costi a carico del trasporto scolastico organizzato dai comuni subiscono un aumento. La Corte dei conti ha infatti bocciato i contributi che, a livello di amministrazioni comunali, erano riconosciuti alle famiglie degli alunni iscritti perché viene considerato non un trasporto pubblico ma a chiamata.
Il Ministro Bussetti aveva annunciato una norma per superare il divieto imposto dal tribunale amministrativo ma la crisi di governo ha bloccato l’iter: « Anche noi abbiamo tenuto nel cassetto la delibera perché speravamo nel decreto – spiega l’assessore ai Servizi educativi del Comune di Varese Rossella Dimaggio – purtroppo, quella legge non è stata pubblicata e noi siamo stati costretti a ritirare il contributo di 5 euro che riconoscevamo a ogni bambino iscritto al servizio».
Per esempio, il costo mensile per i bambini della Rasa, che frequentano la primaria Canetta, passerà da 15 a 21 euro. Chi ha uno, due o più figli vedrà moltiplicare la sua spesa: « Alla Rasa, in effetti, c’è una famiglia che ha 4 figli iscritti – commenta Rossella Dimaggio – veramente ci dispiace per i costi aggiuntivi che dovranno sostenere ma, purtroppo, dobbiamo applicare la legge».
Sulla questione si erano mosse anche le associazioni dei Comuni come Anci
( “La mancata approvazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della norma sul servizio gratuito di scuola bus, contenuta nell’art. 5 del Decreto Scuola, mette i Comuni in forte difficoltà – sottolinea Cristina Giachi, presidente della commissione Istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica dell’ANCI e vicesindaca di Firenze – Ancora una volta non si fa il minimo sforzo per comprendere che cosa sia concretamente il servizio pubblico offerto ai cittadini. E inoltre si interpreta in modo sbagliato la nozione di servizio pubblico confondendola con l’idea di un servizio a copertura pubblica integrale” )
e Uncem che avevano sollevato il problema già a metà agosto quando era evidente la crisi di governo.
« Noi speriamo che, alla prima riunione del Consiglio dei Ministri – afferma l’assessore di Varese – il decreto possa proseguire il suo iter. Noi stiamo consigliando le famiglie a sottoscrivere l’abbonamento mensile. Se cui sarà il decreto, noi siamo pronti a rimettere il nostro contributo e alleggerire la spesa della famiglia. La nostra attenzione è alta: cerchiamo di offrire servizi di qualità come l’accompagnatore che garantiamo durante il trasporto. Ma non possiamo andare contro la norma».
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