Benedizione delle auto, la tradizione amata a Prospiano
Anche quest’anno la comunità residente nella frazione di Gorla Minore, ha partecipato numerosa alla tradizione benedizione al santuario della Madonna dell’Albero
Nonostante il vento fresco della sera, la comunità prospianese non ha voluto mancare all’annuale benedizione delle auto al santuario della Madonna dell’Albero.
Una tradizione che richiama consuetudini del passato, quando negli anni ’50 i fedeli portavano carri e buoi anche da Busto Arsizio per domandare la protezione della Madonna. Lunedì 9 settembre don Giuseppe Lazzati, dopo la celebrazione della S. Messa, ha quindi atteso che la lunga fila di auto si avvicinasse e, una alla volta, ha chiesto la benedizione per il veicolo e soprattutto coloro che viaggiano. Per ciascuno, oltre alla preghiera, un simpatico commento e l’esortazione a non correre troppo: questo momento, che unisce la fede a un po’ di folclore e goliardia, mostra tutta la coesione della frazione gorlese, da sempre legata al santuario in mezzo alle campagne.
La chiesa, infatti, si trova nella zona industriale fra Gorla Minore e Cislago, ed è circondata in parte da campi e in parte dalle fabbriche sorte nel corso degli anni: ogni primo fine settimana di settembre il luogo si anima grazie alle celebrazioni religiose e ai momenti di intrattenimento e ristoro offerti dal gruppo di volontari prospianesi.
All’interno del santuario è presente anche un’opera databile alla seconda metà del ‘400: un affresco raffigurante la Madonna incoronata su un albero tra i santi Nazaro e Celso. Anche valore artistico, quindi, per un luogo che fa parte della tradizione del territorio.
Dopo la benedizione delle auto, un festoso corteo ha accompagnato la statua della Vergine in parrocchia a colpi di clacson: dopo una settimana di momenti di preghiera e raccoglimento, verrà riportata al santuario.
“Ho sempre partecipato a questa tradizione, fin da bambino: adesso vengo in auto, da piccolo portavo invece la mia bicicletta – racconta un fedele – qua a Prospiano teniamo tutti a questo rito, ci sono persone di tutte le età e anche gente dei comuni vicini, che negli anni hanno conosciuto e apprezzato questa bella tradizione”.
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