Influenza, via alla campagna vaccinale
Regione Lombardia e Ats Insubria hanno lanciato il 5 novembre la Campagna vaccinazione antinfluenzale 2019-2020. Obiettivo: garantire alle fasce più deboli una protezione maggiore da una malattia troppo sottovalutata
Secondo i sistemi di sorveglianza sull’influenza, durante l’ultimo inverno l’impatto della malattia in termini di casi complessivi, casi gravi e decessi è stato maggiore rispetto alle stagioni influenzali precedenti. L’influenza ha colpito 8 milioni di italiani, tra questi, 800 persone hanno richiesto cure intensive. Ats Insubria ha rilevato 19 casi di influenza grave sul suo territorio. Tutte riguardavano soggetti a rischio, tra i quali anche una donna al settimo mese di gravidanza. Il bilancio è stato di due morti e l’insorgere in due casi di danni neurologici permanenti.
Per questo motivo, Regione Lombardia e Ats Insubria hanno lanciato la Campagna vaccinazione antinfluenzale 2019-2020. L’iniziativa partita il 5 novembre e continuerà fino alla fine di dicembre. La campagna nasce per permettere ai cittadini a rischio di accedere gratuitamente alla vaccinazione antinfluenzale.
Le persone che possono beneficiare del servizio sono: chi ha più di 65 anni, persone affette da patologie che aumentano i rischi di complicanze (diabete, cardiopatite, bronco pneumopatie croniche…), medici e tutti coloro che vivono o lavorano a contatto con malati, donne in gravidanza, donatori di sangue, chi deve sottoporsi a un intervento, agenti di polizia e vigili del fuoco, chi lavora a contatto con animali, e tutte le persone ricoverate in strutture di lungodegenza.
Sul sito di Ats e delle Asst è possibile trovare il calendario con tutte le sedute dei centri vaccinali dove i soggetti delle categorie a rischio con meno di 65 anni potranno recarsi senza appuntamento e prioritariamente. I bambini appartenenti alle fasce a rischio potranno accedere ai centri dopo aver preso un appuntamento su indicazione del pediatra.
Per gli over 65 sono previste inoltre sedute gratuite per il vaccino anti-pneumococco (gratuito anche per i soggetti di ogni età considerati a rischio dal Servizio sanitario nazionale) e quello anti-herpes zoster, in grado di ridurre del 50% i casi di zoster (noto anche come “fuoco di sant’Antonio”).
La vaccinazione rimane lo strumento principale di prevenzione dell’influenza. La protezione indotta dal vaccino inizia dopo due settimane dall’iniezione e l’effetto continua per sei o otto mesi, quando la sua efficacia inizia a calare a causa della mutazione dei ceppi virali. È quindi importante sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni stagione.
«Vista nel suo complesso – fa sapere Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano – l’influenza rappresenta un vero e proprio problema sociale. Sono molti i pazienti colpiti ogni anno da forme gravi di influenza che rendono necessario il ricovero. Oltre ai rischi per la salute, l’influenza provoca anche costi economici e sociali».
«Si è stimato – afferma Aurelio Sessa, medico di medicina generale – che ogni caso di influenza costa alla società, direttamente o indirettamente, circa 330€. Questi soldi, se moltiplicati per i 6 milioni di cittadini che si pensa verranno contagiati nel corso di questa stagione, potrebbero costituire una manovra finanziaria. L’intervento dei medici di base sarà fondamentale per raggiungere la copertura minima del 75% fissata dall’Oms. Siamo proprio noi medici di famiglia a doverci vaccinare per primi, per salvaguardare la salute dei nostri pazienti, e dar loro un esempio virtuoso e concreto».
«I dati epidemiologici dell’ultima stagione – dichiara Lucas Maria Gutierrez, direttore generale di Ats Insubria – attestano il forte impatto sociale e di salute determinato da un’epidemia annunciata. Questi numeri devono far riflettere non solo le istituzioni sanitarie, ma anche i cittadini, sul dovere di cogliere attraverso la vaccinazione un’importante opportunità di prevenzione».
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