Il consiglio comunale dice “no” al registro delle coppie di fatto
La proposta di Marco Cirigliano di istituire un registro delle coppie di fatto non ha convinto l’amministrazione che ha votato in blocco contro la sua istituzione. “Ci sono valori che non possono essere barattati” dice il sindaco Farioli ma il presidente Cornacchia ha votato a favore
Marco Cirigliano ci ha provato in tutti i modi. Appellandosi al «parere favorevole dei dirigenti comunali che dimostrano che la proposta sta in piedi», chiedendo «un voto sincero e non politico», auspicando «che nessuno voglia negare la libertà di volersi bene a chi si vuole bene», ricordando «i numerosi richiami dell’unione europea». Ma alla fine, nel consiglio comunale del 31 maggio, la sua proposta non è passata.
Busto Arsizio dice “no” al registro delle coppie di fatto. Mentre in molte città – tra cui anche Milano – ci si sta avviando alla creazione di questo registro, nella quinta città della Lombardia tutta la maggioranza con anche il senatore Rossi e il consigliere PD Mariani hanno bocciato la proposta.
E anche se il presidente del consiglio comunale Diego Cornacchia (che ha votato a favore della mozione, ndr) ha cercato per lungo tempo di spiegare che «la proposta ha solide basi giuridiche» e che «dobbiamo essere al servizio della cittadinanza», i consiglieri non si sono mossi dalle loro posizioni. Rossi, ad esempio, esprime le sue «perplessità sul dove, come e quando» scaricando sul parlamento l’onere di una decisione di questo tipo mentre Castiglioni, capogruppo PDL, nel dare libertà di voto ai suoi ricorda come «sia stato utile aprire la discussione su questi temi» ma che istituire questo registro «sarebbe ancora più discriminatorio del non farlo».
Il timore di molti consiglieri era quello di creare «false speranze e insoddisfabili aspettative» a chi si sarebbe registrato su questa lista. Un elenco che, ricorda Pico Bellazzi, «sarebbe come un elenco di chi possiede un cagnolino o di chi è interista» perchè i diritti che le coppie di fatto richiedono da molto tempo possono essere riconosciuti solo da Roma.
Uno tra i più convinti contrari alla proposta è stato l’eurodeputato leghista Speroni che ha anche presentato un suo emendamento alla proposta. «Se scardiniamo il principio della famiglia fondata su un uomo e una donna – dice Speroni – tanto vale farlo completamente» e quindi «perchè non prevedere unioni di 2, 3, 10 persone?», si chiede provocatoriamente. Quella che voleva essere una provocazione, però, ha raccolto anche alcuni consensi tra i quali Sablich («riconosciamo questo diritto anche alle famiglie poligamiche mussulmane») e Cornacchia («una famiglia anagrafica è formata anche da tre fratelli celibi che vivono insieme»).
Anche il Sindaco Farioli, sollecitato dal consigliere Cirigliano, si è espresso sostenendo che «quello che ci viene chiesto è un voto profondamente politico» perchè la politica significa «concorrere all’ordinato crescere della società individuando il bene comune». Per questo motivo il primo cittadino non vuole «giocare con le parole» perchè «in ballo c’è la libertà individuale e ci sono valori ai quali non possiamo rinunciare». E quindi anche lui ha votato contro la proposta dell’istituzione del registro.
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