Peak piace ma non dura, Clark è un fantasma
Il migliore biancorosso è anche il primo a lasciare il campo per falli. La guardia americana non ne azzecca mezza, ma i compagni non fanno molto meglio
PEAK 6 (IL MIGLIORE) – Peccato grave, ma di gioventù, quel quarto fallo a rimbalzo d’attacco: una penalità che lo toglie di mezzo quando la partita non è ancora arrivata a metà e che gambizza la Openjobmetis sui due lati del campo. Fino a lì, e pure nello spezzone giocato più tardi, L.J. È il migliore biancorosso, sia per applicazione sull’avversario di turno (gente come Moss o Abass…), sia per efficacia in attacco al netto di qualche pasticcio. Raggio di sole di giornata.
CLARK 4 (IL PEGGIORE) – Un ectoplasma coi baffetti. D’accordo il ritardo di condizione, d’accordo l’inesperienza in Italia (ma dall’altra parte Lansdowne ha fatto un partitone, e viene anche lui dalla Germania), d’accordo che i compagni stavolta non giocano una partita valida. Ma da parte sua, non si vede neppure un barlume di basket, tra tiri sballati, passaggi mosci e ritardi difensivi.
JAKOVICS 5,5 – La parte buona del suo tabellino (14 punti) non basta per un giudizio positivo. Perché oltre a quelli ci sono diversi aspetti che macchiano il match del lettone, il quale ci mette diversi tiri ad aggiustare la mira (e in quel periodo Brescia sorpassa e allunga) e perché costella la sua prova di palle perse sanguinose e banali.
NATALI 6 – L’ala toscana, almeno, ha dato alla squadra quella reattività mancata in gran parte degli elementi: presente a rimbalzo (7), attento nel cercare i compagni (4 assist), sufficiente in marcatura pur con qualche scivolone. Certo non è lui a dover dipanare la matassa in attacco, e infatti non ci riesce.
VENE 5 – Sontuoso nel primo pezzo di partita, quando colpisce da lontano, crea spazi con blocchi perfetti, imbriglia Horton vicino a canestro. Poi però, quando si accorge che in pochi lo seguono, perde mordente e si demoralizza, finendo in polemica con gli arbitri. Nulla di evidente, perché resta pur sempre Siim-Sander il freddo, però è chiaro che da un certo punto in poi sia uscito completamente dalla partita.
SIMMONS 6 – Il duello con Cain si consuma solo in parte, perché la palla sotto canestro va davvero di rado da una parte e dall’altra. Il nuovo pivot varesino esce a testa alta dal confronto (secondo noi, meglio Jeremy di Tyler) ma è un aspetto che non incide per nulla sul risultato complessivo. MVP per i lettori della #direttavn
MAYO 5 – Le parole di Caja bollano la sua partita (21 punti, i più bugiardi della storia…). C’è però da dire che in una giornata nel complesso negativa, Josh ha almeno provato a scuotere se stesso e i compagni con qualche sventagliata da fuori e qualche zingarata in area. Bocciato forse sì (anche perché Brescia lo ha marcato coi pesi mediomassimi) ma non da croce addosso.
TAMBONE 5 – Solito Tambone da crisi di fiducia: sbaglia il primo tiro (piedi per terra) in avvio di partita e non trova altro modo per scuotersi in positivo. Non è facile iniziare in quintetto e poi finire fuori a lungo, su questo ha ragione, però deve uscire dal guado con le sue forze.
GANDINI 5 – Dentro per 2′, viene messo in croce da Zerini (con la collaborazione di Vitali). A quel punto Caja gli preferisce anche Vene spostato in posizione di pivot.
FERRERO 5 – Prova a dare qualche sferzata di reattività, ma la cosa si risolve al massimo in qualche rimbalzo portato a terra. Tocca a lui la palla del possibile -5 a inizio quarto periodo, ma il capitano la manda sul ferro: era l’unica occasione di rientro concessa da Brescia.
Caja non cerca scuse: “Tanti errori banali, sconfitta meritata”
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