Nathan Never sulla Luna: Antonio Serra spiega il fumetto fantascientifico
L’autore del celebre fumetto ha partecipato al convegno di mercoledì 13 ottobre organizzato all’Insubria
Dal suo esordio in edicola nel 1991, Nathan Never con le sue avventure ha fatto volare la fantasia generazioni di appassionati. Antonio Serra, ideatore della serie a fumetti, è stato mercoledì 13 novembre 2019 all’Università dell’Insubria in occasione della conferenza “Luna di carta e di celluloide”. Assieme a lui anche Mariano De Biase, disegnatore di “Nathan Never”, e Michele Tetro, critico cinematografico. Il convegno rientrava nella rassegna “Cosa resta della Luna” ideata e organizzata da Paolo Musso, docente dell’università dell’Insubria.
Punto centrale dell’incontro è stato il rapporto che lega il mondo del cinema e del fumetto al nostro satellite. La Luna ha infatti sempre affascinato registi, autori e disegnatori, che nel corso non hanno mai perso occasione per dipingerla ora in modo più fantasioso e ora in modo più realistico.
«La prima volta – ha spiegato Serra – che la Luna è apparsa in un fumetto è stato con “Piccolo Nemo”. Dopo di lui l’hanno raggiunta “Frugolino”, “Pippo” e tanti altri. Anche se all’epoca nessuno ci era ancora sbarcato, tutti sapevamo cosa ci fosse sulla Luna, ma questo non ha però impedito agli autori di descriverla come un luogo completamente fantastico. È stato Hergé nel 1953 con “Le avventure di Tintin” a svolgere per la prima volta una ricerca accurata sull’argomento e a farsi dire dagli scienziati come e con quali difficoltà si sarebbe potuto raggiungere il nostro satellite».
«Anche se Nathan Never – ha poi raccontato Serra – è un detective, il fumetto è a tema fantascientifico e la Luna è l’ambientazione classica per le avventure del protagonista. La visione della Luna che abbiamo voluto dare è fondamentalmente realistica e per realizzarla ci siamo basati sulle foto e le immagini che tutti conosciamo. Abbiamo però inserito alcuni elementi fantascientifici. È il caso dei “lunamoti”: fenomeni con un certo fondamento scientifico, ma dagli effetti esagerati».
Non solo fumetti, la Luna è stata fondamentale anche per lo sviluppo del cinema. «È solo grazie – ha fatto sapere Michele Tetro – a Méliès e al suo cortometraggio “Viaggio nella Luna” che il cinema è diventato ciò che conosciamo. Méliès ha infatti introdotto per la prima volta in una pellicola un elemento di storia, e consapevole dell’importanza del suo lavoro, ha voluto che la narrazione fosse il più possibile fantasiosa, qualcosa che gli uomini avrebbero potuto vedere fino a quel momento solo nei propri sogni».
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