In largo Sant’Agnese due panchine rosse contro la violenza sulle donne
L’iniziativa dell’Amministrazione in occasione della Giornata mondiale Onu. E sabato 23 novembre l’attrice Betty Colombo porta in scena “Ti amo da morire” di Dacia Maraini
Due panchine rosse sono state posizionate in largo Sant’Agnese a Somma Lombardo in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (giornata istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite con ricorrenza il 25 novembre di ogni anno).
La volontà di dedicare uno spazio pubblico alle donne vittime di violenza, per sensibilizzare la cittadinanza su questa tematica, è stata votata all’unanimità dal Consiglio comunale e rientra in un percorso di attenzione che l’Amministrazione porta avanti da anni con installazioni (come la fontana colorata di rosso) ed eventi (spettacoli e mostre).
«La panchina rossa è diventato un emblema della lotta contro la violenza sulle donne – dice l’assessore alla Cultura Raffaella Norcini – per questo abbiamo scelto di posizionarne due in un luogo di incontro e passaggio in centro città». «Se c’è violenza non è amore, non bisogna avere timore di chiedere aiuto e denunciare – l’appello di Stefano Aliprandini, assessore ai Servizi sociali – rivolgendosi a reti e centri antiviolenza presenti sul nostro territorio o ad associazioni come Progetto Layla-Aps che si occupano della tutela delle donne maltrattate».
«La panchina rossa – continua Norcini – si inserisce in una serie di attività sensibilizzazione portate avanti negli anni su questo tema: spettacoli teatrali, perfomance artistiche come la fontana rossa o l’installazione davanti a Santa Agnese, collegata a una mostra. Il linguaggio che associamo a questi eventi di sensibilizzazione è il teatro: quest’anno Betty Colombo proporrà una lettura in Sala polivalente, per arrivare a un pubblico più ampio». Lo spettacolo dal titolo “Ti amo da morire” è in programma sabato 23 novembre, alle 21, alla Sala polivalente di via Marconi. L’ingresso è libero e gratuito.
Si tratta di una lettura scenica tratta dall’omonimo racconto di Dacia Maraini: «È una storia di ‘ordinario sopruso’ – spiega Betty Colombo – ai danni di una donna che, come spesso accade, non ha saputo riconoscere nel suo innamorato i sintomi di una violenza che invece covava e si alimentava di ossessioni quotidiane. È una vicenda frequente purtroppo. Pertanto va narrata e narrata e narrata con l’intento di aiutare le donne a prevenire mali estremi e gli uomini a guardarsi dentro».
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