Mamme e papà arbitri per la lezione di civiltà

Dopo l'episodio di violenza avvenuto due settimane fa, il segno di vicinanza dei genitori all'allenatore aggredito

A Ponte Tresa arbitrano mamma e papà

Il terzo tempo e la partecipazione. La lezione di civiltà a Lavena Ponte Tresa due settimane dopo l’aggressione dell’allenatore-arbitro di 25 anni picchiato dal genitore di uno dei suoi ragazzi, è arrivato in campo proprio da mamma e papà.

L’iniziativa è stata organizzata dalla federazione italiana pallacanestro: i vertici regionali si sono presentati attorno alle 15 alla palestra per dare sostegno all’allenatore che il 9 novembre venne aggredito.

Così, ordinatamente, e col sorriso sulle labbra, alcuni genitori sono stati chiamati dal presidente regionale della federazione italiana pallacanestro Alberto Bellondi e dagli spalti sono scesi sul parquet per mettersi essi stessi a disposizione delle due squadre di scoiattoli, classe 2010, che si sono incontrati per una gara amichevole.

Alla fine grandi e piccini si sono trovati per una merenda sotto il segno dell’amicizia e del rispetto reciproco, elementi e valori che solo uno sport sano può garantire.

La vera sorpresa è arrivata per l’allenatore aggredito, Roberto Guali (nella foto qui sotto) a cui è stato consegnato il premio Giacomo Melani: un corso di due anni per diventare istruttore nazionale.

Avarie

Il presidente regionale della federazione italiana pallacanestro ha specificato nel suo discorso iniziale quanto sia importante la figura dell’allenatore, una guida soprattutto per i più piccoli: «Ricordo che io cominciai a mangiare la verdura perché me lo disse il mio allenatore, questo solo per fare un esempio di quanto questa figura sia importante per la formazione dei giovani sportivi, che saranno uomini di domani».

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Pubblicato il 24 Novembre 2019
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