Grigo: “Quando all’isola Tiberina io e Falcone interrogavamo Buscetta”
Il procuratore della Repubblica di Varese svela i suoi rapporti con il giudice assassinato 20 anni fa
Ha ancora negli occhi quell’illustre e stimato collega, che rischiava la sua vita ogni giorno, e che è caduto sotto i colpi di un attentato micidiale, che ha sconvolto l’intero paese. Il procuratore della repubblica di Varese Maurizio Grigo, a 20 anni da quel tragico avvenimento, quando parla di Giovanni Falcone ha un aspetto ancora più chiuso del solito.
Prima di venire a Varese come Procuratore, Grigo ha lavorato per 35 anni al tribunale di Milano: entrato in magistratura nel 1969, nel 1970 era già stato nominato giudice al tribunale del capoluogo lombardo. E la sua lunga carriera, costellata di processi e inchieste importanti (L’omicidio Ramelli, il caso Tobagi, la strage di piazza della Loggia, il conto Protezione, la società ”All Iberian”, la corruzione nella Guardia di finanza e il terrorismo islamico, senza contare quando fu dirigente dei Gip mentre era in corso l’inchiesta su Mani pulite) vide tra i suoi primi delicati incarichi anche l’incontro con il giudice Falcone: «Ero un giovane magistrato allora – spiega Grigo – da Milano mi mandarono in Sicilia ad acquisire delle informazioni su delle indagini molto delicate che stavamo svolgendo. Un viaggio del tutto segreto: tant’è che io per tutti ero in vacanza. E’ li che conobbi Falcone e cominciò il rapporto, intenso, con lui. Un rapporto che mi portò a Roma, o meglio all’Isola Tiberina, al suo fianco, durante lo storico interrogatorio di Buscetta: avvenne nel convento delle suore nell’isola, dovemmo ottenere la dispensa papale per entrare, noi uomini, in quel convento. Non ero lì per verbalizzare però: della trascrizione degli interrogatori si occupava lui personalmente, non si fidava di nessun altro. Ho ancora a casa un suo verbale, scritto di suo pugno: sono 1200 pagine»
Quello tra Grigo e Falcone è stato un vero rapporto di stima, di fiducia, di amicizia, nei limiti che il magistrato “sotto tiro” poteva esprimere: «Sono una delle persone con cui ha avuto i rapporti più intensi, ma non ne ho mai voluto parlare diffusamente – sottolinea il Procuratore – Quando veniva a lavorare a Milano, per esempio, stava da noi. E così succedeva quando io andavo a Palermo». Grigo si è deciso a parlare per la prima volta di questo rapporto in un contesto simbolicamente importante: un incontro sulla legalità davanti agli studenti dell’Università dell’Insubria.
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