Rosso Artino, a 80 anni maratoneta degli sci
Veneto d'origine, è diventato appassionato di sci di fondo quando aveva 50 anni: ogni anno corre la Marcialonga da 75 chilometri. Si allena tutti giorni, anche in estate... nella zona industriale
Ha un nome poetico che sembra quello di un esploratore da romanzo. E ha una passione davvero sfrenata per lo sci di fondo: Rosso Artino ha completato anche lo scorso inverno, a quasi 80 anni di età, la Marcialonga, la maratona sugli sci. Come ce la fa? «Mi alleno quasi ogni giorno con gli sci», ci racconta al termine dell’incontro che ha tenuto al Camelot di via Sottocorno, nell’ambito della settimana di “Giochi senza barriere”. È nato il 3 febbraio del 1932 a Battaglia Terme, in Veneto, non proprio in montagna: «Ma l’altopiano d’Asiago non è distante, lì ho iniziato a sciare a 14 anni, facevo il “battipista”, perché allora non c’erano mica i “gatti delle nevi”. Fino a 50 anni ho fatto sci da discesa, poi nel 1982 ho iniziato con lo sci di fondo». Una passione travolgente, subito sfociata nella passione per le maratone sulla neve (la prima Marcialonga nel 1985). Ora che è in pensione (dal 1992, prima lavorava in una impresa di costruzioni) in inverno si allena quasi tutti i giorni, «in settimana tre-quattro volte in settimana al Brinzio o a Cunardo, la domenica si parte con il pullman (è socio Cai, ndr), poi sugli sci dalle 10 del mattino alle 15.30, più o meno». E in estate, fa altri sport? Neanche per sogno, lo sci è proprio la sua passione, anche nella versione estiva con gli ski-roll, gli sci con le rotelle: «Faccio ski-roll nel fine settimana al Campo dei Fiori, in settimana invece vado sui viali della zona industriale».
Con un allenamento del genere, le grandi distanze non lo spaventano: «Sono già iscritto alla Marcialonga 2013, è il 40esimo: il sabato faremo la gara con gli sci storici sui 25 km, domenica quella vera da 75 km». Gli sport di fatica sono una prova per il corpo ma molto anche per la mente, lo sa chi fa sci di fondo o ciclismo: «Parlando questa mattina ho detto che la gara sta tutta dentro la propria testa: non bisogna dare tutto subito, bisogna usare bene le forze, pensare a come arrivare al traguardo».
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