“Pit stop” a Capo Verde. E ora la grande traversata
Il racconto dei primi giorni in mare, la tappa sull'isola al largo dell'Atlantico e l'attesa per la lunga traversata fino in Brasile
Il bustocco Giuseppe Corso ha iniziato il suo viaggio intorno al mondo. Ecco il racconto delle nuove tappe di questo tour che durerà fino al 30 aprile (per leggere tutto il diario di bordo clicca qui).
Quando leggerete questa pagina di diario sarò in un punto imprecisato in mezzo all’Oceano Atlantico. Ci vogliono infatti 4 giorni di navigazione per andare fino in Brasile, dove inizieremo il giro del sud America. Ma prima di valicare l’equatore e cambiare emisfero abbiamo fatto un pit stop a Capo Verde.
Ci siamo fermati in una delle isole più a nord di questo arcipelago, quella di São Vincente. Siamo approdati a Mindelo, una città da 70.000 abitanti che si è sviluppata tutt’attorno alla baia che la protegge dalle onde dell’Atlantico. Un golfo largo e molto profondo che, in passato, era un cratere vulcanico. È la secondo località più grande del Paese -dopo la capitale- ed è stato bello sgranchirsi le gambe tra le vie del centro, passeggiare al mercato di pesce, visitare l’università (che mi ha prestato la connessione wi-fi) e fare il primo tuffo in mare.
Non che manchino le occasioni di tuffarsi anche in barca, anzi. Tra piscine, idromassaggio e relax sto entrando molto agevolmente in questa nuova vita da crociera che fino a qualche giorno fa per me era completamente sconosciuta. Già per arrivare a Capo Verde, infatti, abbiamo dovuto navigare senza sosta per due giorni, riuscendo a mettere a punto una routine. Così alla mattina mi alzo e vado a fare una (abbondante) colazione vista oceano. Il resto della giornata scorre via velocemente tra attività di intrattenimento, relax sui ponti, tornei e chiacchierate con persone da tuto il mondo. Ogni tanto provo anche a scrutare le onde alla ricerca di qualche cetaceo ma, com’era forse prevedibile, non ho ancora avuto successo.
Ciò che è sempre un successo sono i pranzi e le cene. A bordo sanno davvero come coccolarti ed è difficile non cadere in tentazione. Il rischio -soprattutto per uno come me che è abituato a fare centinaia di chilometri alla settimana in bici- è quello di ritornare a casa ben zavorrato e quindi ho iniziato a fare una cosa mai fatta in tutti i miei 64 anni: andare in palestra. Una decisione che si è rivelata anche una stupenda scoperta. Chi ha progettato questa nave, infatti, ha avuto la bella idea di posizionare la palestra esattamente sopra il ponte di comando con una lunghissima vetrata che ti permette di fare sport a picco fissando l’oceano. Una soluzione che ti fa rapidamente dimenticare le Alpi alle quali sono abituato…
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