Dalla Svizzera il “paradiso perduto” lungo il Tresa
La discarica di Somneggio vista da Madonna del Piano, da dove è partita la segnalazione degli svizzeri che hanno notato il via vai dei camion, ma anche fuochi non autorizzati nel 2018
Si fa presto a dire discarica, ma anche a pronunciare la parola “area di pregio” sotto il profilo ambientale.
È difficile capire il danno potenziale di mesi e mesi di conferimenti abusivi – almeno nove, secondo le indagini dei carabinieri forestali, ma potrebbero essere anche d più – se non si fa un giro “lungo“, se non si passa dalla Svizzera per ammirare il paesaggio che offre la piana del Tresa vista con la prospettiva rossocrociata.
Anche perché è da qui, dal comune di Madonna del Piano che è partita una prima segnalazione nel 2018 che avvisava le autorità italiane che qualcuno lassù, nella morena che sovrasta il lato italiano del Tresa stava bruciando qualcosa che produceva un fumo acre e che arrivava anche in Svizzera.
IL (PRIMO) PROCESSO – Una prima parentesi in questa vicenda finita (solo sulla carta) con otto denunce è da aprire sull’udienza che proprio oggi, giovedì, si è tenuta dinanzi al tribunale di Varese per l’ipotesi di combustione illecita di rifiuti per la quale una persona è stata denunciata dagli stessi Forestali, due anni fa. Oggi sono stati sentiti due testi, un carabiniere forestale e un agente della polizia locale che qui, a Somneggio intervennero su segnalazione di un cittadino svizzero. Il processo non sarà lungo e nella prossima udienza di febbraio già si procederà con l’esame dell’imputato. Procedimento che, come si ricorderà, vede il comune di Cadegliano Viconago costituitosi parte civile per “danno di immagine“.
LA DISCARICA – Ma cosa c’entra questo processo col blitz con cani ed elicotteri di martedì scorso)? C’entra perché sempre uno svizzero è stato uno dei denuncianti la situazione di grande via vai che si notava nei mesi scorsi: camion a tutte le ore – quelle dei ritmi del lavoro e delle commesse – dei piccoli artigiani che portavano qui i balconi demoliti e da far sparire, i sanitari usati che costava meno spalmare sui tre ettari sotto sequestro piuttosto che andarli a smaltire in discarica.
Da Madonna del Piano, proprio in faccia all’ingresso dell’area incriminata lungo la sp 61 e ora sotto sequestro in effetti si gode di un’ampia visuale su quello che accade dietro i pini che si vedono nascondere in parte il piazzale sbancato utilizzato per scaricare.
I PROSSIMI PASSI – Il Comune di Cadegliano Viconago, nominato nella persona del sindaco custode giudiziale dell’area ora posta sotto sequestro (non è quindi possibile entrare se non commettendo il reato di “violazione dei sigilli“) affiderà la pratica ai tecnici per capire a chi toccheranno i prossimi passi per il risanamento: a quale ente, e con quali risorse? «Stiamo valutando proprio in questi giorni, di più non è possibile dire in questa fase», spiega il sindaco Arnaldo Tordi. Resta l’unico tono positivo nel fatto che i cancelli ora sono chiusi e la tentazione di riaprire questo paradiso al degrado è attenuata.
La lotta contro i rifiuti e per difendere l’ambiente continua.
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Ma possibile che da parte italiana nessuno si sia accorto della discarica abusiva? Cadegliano non è Locri…