La rivoluzione di Rodari, tra scuola e teatro
Dal binomio fantastico alla musicalità delle filastrocche: Chicco Colombo racconta le innovazioni di Rodari per l'arte e la pedagogia tra libera l'espressione e grandi riflessioni
Il Teatro dei burattini di Varese è nato ufficialmente nel 1980, dopo due anni di attività di rodaggio e “Rodari è stato sin da subito una guida artistica fondamentale per noi”. Ad affermarlo è Chicco Colombo che considera Rodari e i suoi insegnamenti il pilastro della sua attività.
. Com’è nato l’amore per Rodari?
Eravamo nel bel mezzo di un periodo di grande rivoluzione per il mondo della scuola, che si apriva all’arte come risorsa per crescere e apprendere. E Rodari era un punto di riferimento saldo sia per me che facevo teatro, sia per mia moglie Betty, che allora insegnava ancora, e per i pedagogisti in generale.
. Qual è l’insegnamento più grande di Rodari?
Rodari ha creato della grande letteratura che insegna ai bambini, e non solo a loro, come creare inventare e scrivere liberamente, fornendo a ciascuno grandi stimoli, a cominciare dalla Grammatica della fantasia, sempre attuale.
Con lui il teatro diventa un luogo dove non solo l’artista è libero di esprimersi, ma dove artisti più o meno giovani e i piccoli spettatori imparano a lasciar fluire la propria creatività, esprimendo in libertà la propria fantasia. Sempre nella Grammatica della fantasia il mestiere del burattinaio che lui stesso praticava a Gavirate, “è il più bello del mondo”, e questo mi ha sempre confortato, aiutato e ispirato nel percorso artistico.
. Cosa c’è di rodariano negli spettacoli del Teatro dei Burattini di Varese?
Un caposaldo che funziona sempre, anche nei laboratori che facciamo oggi con i bambini, è “il binomio fantastico”, alla base di molti nostri spettacoli. Si tratta semplicemente di mettere insieme due parole , tipo ombrello e albero, e costruirci attorno una storia. È uno stimolo che apre tantissime porte.
E poi usare gli oggetti come fossero personaggi. Bertolt Brecht diceva che un bastone può essere tante cose, dipende da come lo usi. E Rodari ha fatto proprio e ampliato questo concetto cui ci siamo ispirati per una serie di spettacoli, tra i quali i 6 episodi di Briciole, che ancora proponiamo.
Ultimo, ma non meno importante c’è il ruolo educativo e pedagogico del teatro e dei burattini, sia nel lavoro con i bambini che in quello con le insegnanti.
. In cosa è stato innovativo Rodari dal suo punto di vista?
Innanzi tutto è stato innovativo per gli argomenti trattati nella letteratura dei bambini, cui ha saputo parlare di temi come il lavoro e la guerra, utilizzando degli strumenti vicini ai piccoli, come la sua fine musicalità di metrica e rima nella filastrocche o i colori uniti a una capacità umoristica e ironica che risulta dirompente in letteratura, perché stimola la riflessione. Basti pensare a “I colori dei mestieri” o “La guerra delle campane”.
In realtà dal punto di vista letterario Rodari è difficile e parla a tutti, non solo ai bambini. Ma con i bambini la sua non è solo arte, è pedagogia.
Cosa è rimasto oggi di questi insegnamenti?
Troppo poco, forse, nelle scuole. Il rinnovamento scolastico di cui Rodari era parte serviva soprattutto a scalzare una vecchia pedagogia nera basata sulla forma e non sulla sulla sostanza dei temi da comunicare ai bambini. La maestra scendeva dalla cattedra per insegnare ai bambini ad andare incontro alle cose del mondo, usando strumenti semplici, come i colori, le filastrocche o il binomio fantastico per imparare a riflettere sulla realtà. Così anche gli argomenti più complicati potevano essere affrontati. E di questo i bambini hanno bisogno, forse oggi più che allora: imparare ad andare oltre l’apparenza, per capire e riflettere sulle cose, ciascuno con gli strumenti adatti alla propria età.
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