E’ Diodato il vincitore di Sanremo 2020

La cronaca delle serate sanremesi, giorno per giorno

Sanremo 2020, la serata finale

E’ Diodato il vincitore dell’edizione 2020 di Sanremo.

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Sanremo, la serata conclusiva 4 di 55

Antonio Diodato, alias Diodato è alla sua terza partecipazione al festival di Sanremo: la prima volta si presentò con il brano Babilonia nella categorie Nuove proposte. Favorito dalla giuria di qualità, venne però battuto da Rocco Hunt al televoto. La sua seconda volta al festival è stata nel 2018, insieme a Roy Paci con il brano Adesso, con il quale è arrivato ottavo. Ora la vittoria, con il brano Fai Rumore.

Diodato è nato il 30 agosto 1981 ad Aosta ma è di origine pugliese, ha collaborato con Daniele Silvestri e i Subsonica, e tra i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera c’è l’MTV Italia Award2014 in cui si è classificato primo nella categoria «Best New Generation» e il premio De André ottenuto grazie alla sua interpretazione di “Amore che vieni, amore che vai”.

La notizia è arrivata alle 2.30, dopo una serata lunghissima, durata  oltre 5 ore e mezza. Le giurie  hanno assegnato il secondo posto a Francesco Gabbani, al terzo i Pinguini Tattici Nucleari. Diodato ha ricevuto anche il premio della critica Mia Martini: e il premio Lucio Dalla. Il premio Sergio Bardotti per il miglior testo è andato a  Eden, di Rancore. Il premio Bigazzi per la composizione musicale è andato a Ho amato tutto, di Tosca. Mentre il premio Tim music per il brano più ascoltato in streaming è andato a viceversa di Francesco Gabbani.

All’1 e 20 di notte erano arrivati i nomi della terna che si contenderà la vittoria del festival di Sanremo.

01 – Diodato: “Fai rumore”
02 – Francesco Gabbani: “Viceversa”
03 – Pinguini Tattici Nucleari: “Ringo Starr”

Alle 2.05 è stato reso noto il nome del terzo classificato:  i Pinguini Tattici Nucleari.

Sotto di loro, la classifica degli esclusi dal podio. Eccola:

4 – Le Vibrazioni: “Dov’è”
5 – Piero Pelù: “Gigante”
6 – Tosca: “Ho amato tutto”
7 – Elodie: “Andromeda”
8 – Achille Lauro: “Me ne frego”
9 – Irene Grandi: “Finalmente io”
10 – Rancore: “Eden”
11 – Raphael Gualazzi: “Carioca”
12 – Levante: “Tikibombom”
13 – Anastasio: “Rosso di rabbia”
14 – Alberto Urso: “Il sole ad est”
15 – Marco Masini: “Il confronto”
16 – Paolo Jannacci: “Voglio parlarti adesso”
17 – Rita Pavone: “Niente (Resilienza 74)”
18 – Michele Zarrillo: “Nell’estasi o nel fango”
19 – Enrico Nigiotti: “Baciami adesso”
20 – Giordana Angi – “Come mia madre”
21 – Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare)
22 – Junior Cally – No grazie
23 – Riki: “Lo sappiamo entrambi”

Sul palco dell’Ariston, accanto ad Amadeus, questa sera c’erano Diletta Leotta, Sabrina Salerno, Sofia Novello e l’unica delle dieci che ancora non era salita sul palco, Mara Venier.

COME FUNZIONA IL VOTO DELLA FINALE

A votare in questa ultima serata del Festival saranno tutte le Giurie insieme: quella Demoscopica, quella della Sala Stampa e quella del pubblico, attraverso il televoto da casa.

Alla fine delle prime votazioni sarà compilata un’ultima classifica provvisoria facendo la media con le classifiche di tutte le altre serate. Da questa classifica saranno estrapolatii cantanti e le canzoni nelle prime tre posizioni.

Azzerrata la classifica, i tre cantanti si esibiranno nuovamente. Una nuova e ultima votazione da parte di tutte le Giurie deciderà il vincitore del Festival di Sanremo 2020, il secondo e il terzo classificato.

 

SANREMO 2020: QUARTA GIORNATA

Colpo di scena a Sanremo: Bugo e Morgan litigano, squalificati

Il colpo di scena della serata è arrivato all’1.50, mentre stavano concludendosi le esibizioni dei Big, ad opera di Bugo e Morgan: Morgan ha cominciato a cantare, ma Bugo gli ha girato le spalle e se n’è andato.

Sanremo 2020: quarta serata e finale delle nuove proposte
Il momento in cui Bugo abbandona il palco

In molti si sono accorti che Morgan stava cambiando il testo della canzone, facendola diventare un rimprovero in mondovisione al suo compagno di avventura. Fatto sta che Bugo ha preso i suoi spartiti e se n’è andato.

I motivi non sono comunque stati chiariti espressamente: i presentatori non hanno potuto inizialmente fare altro che prendere atto del fatto che la canzone non poteva proseguire, e sono passati alle altre esibizioni.

Alla fine delle altre esibizioni però, la decisione: poichè nessuno dei due era disposto a scendere per ricominciare a cantare, ne è stata decretata la squalifica. Ora le canzoni in gara sono 23.

Alla fine, la giuria della stampa ha premiato Diodato, primo in classifica per i giornalisti, seguito da Gabbani e dai Pinguini Tattici Nucleari.

Premio della critica per Tecla, vince Sanremo Nuove Proposte Leo Gassman

Tecla è la seconda arrivata nel concorso per le Nuove Proposte del Festival di Sanremo. Il risultato giunto dopo l’ultima sfida tra le nuove proposte combattuta con Leo Gassman, risultato vincitore finale.

Sanremo 2020: quarta serata e finale delle nuove proposte

Semifinali e finali delle nuove proposte si sono svolte all’inizio della quarta serata di Sanremo, iniziata alle 21 di venerdì 7: Tecla si è esibita nella prima coppia, battendo Marco Sentieri. Teo Gassman ha invece battuto, nella seconda sfida, di un solo decimo di punto percentuale Fasla.

Sanremo 2020: quarta serata e finale delle nuove proposte

A Tecla è andato il premio Lucio Dalla, assegnato dalla sala Stampa. Agli Eugenio in via di Gioia, primi eliminati nella competizione, è arrivato invece il premio Mia Martini, assegnato dalla sala Stampa a “risarcimento” di una esclusione immeritata.

Una quarta serata quasi normale (A parte Bugo e Morgan)

La serata ha riproposto i brani di tutti e 24 i Big in gara presentati dalla sempre brillantissima  (e vaporosa, con i suoi vestiti improbabili…) Antonella Clerici e dalla “pietra dello scandalo” Francesca Sofia Novello, la donna “che sa stare un passio indietro”. Emozionatissima perchè alla sua prima esibizione televisiva, ha però osttentato una non comune capacità di camminare sui tacchi. Tornati insieme  Fiorello e Tiziano Ferro, che non solo hanno deposto l’ascia di guerra, ma hanno cantato una canzone in duetto, con tanto di sorpresa finale.

Molto attesi dalla popolazione più giovane, Dua Lipa e Ghali: ma c’è stato spazio anche per Gianna Nannini e anche per una “festa di addio” per Vincenzo Mollica, al suo ultimo festival come inviato Rai.

 

SANREMO 2020, TERZA GIORNATA

A Sanremo la serata dei duetti e di Benigni incanta con Mika e Alketa

E’ stata un’altra serata infinita per Sanremo 2020, chiusa solo alle 2 di notte.

A riempirla, i 24 duetti previsti per valutare le performance dei concorrenti in gara, che questa volta si sono confrontati con pezzi legati ai festival del passato.

Una carrellata lunghissima, finita all’una e mezza e che si è poi conclusa con la proclamazione dei migliori, giudicati dai membri dell’orchestra che li sta accompagnando da giorni.

Sanremo 2020, la terza serata
Benigni entra con la banda

Alla fine questi particolari giudici hanno premiato Tosca, che con Silvia Perez Cruz ha interpretato in maniera raffinata  “Piazza Grande” di Lucio Dalla, Piero Pelù, che ha dato una bella energia a “Cuore matto” di Little Tony (Tra l’altro diretto dal fido Luca Chiaravalli) e al terzo posto i Pinguini Tattici nucleari, che hanno presentato un apprezzatissimo medley che comprendeva “Papaveri e papere”, “Nessuno mi può giudicare”, “Gianna Gianna”, “Sarà perché ti amo”, “Una musica puo’ fare”, “Salirò”, “Sono solo parole”, “Rolls Royce”. E se vi foste mai chiesto da dove arriva il bizzarro nome di questo gruppo, che serata dopo serata sta conquistando il cuore degli italiani, in soccorso arriva il blog Malto Gradimento, del nostro Damiano Franzetti: che ci spiega come il nome sia ispirato a… una birra.

Da segnalare anche il duetto con Achille Lauro e Annalisa, che si è cimentato con successo nella impegnativa “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini, e l’ottimo Francesco Gabbani, con la sua scanzonata e “spaziale” versione de l’Italiano.

Sanremo 2020, la terza serata
Francesco Gabbani

L’ospite più atteso Benigni, il migliore Mika, la più sorprendente (e toccante) Alketa con Boby Solo

Tra gli ospiti, il più atteso – e il più evocato – è stato Roberto Benigni: che è entrato addirittura scortato da una banda, e ha incentrato il suo lungo monologo sull’erotismo del Cantico dei Cantici. Una performance lunghissima, che ha letteralmente spezzato a metà la già lunga serata. E che, per parere personale, non è stata nemmeno la migliore: una grande lezione di professionalità e cultura, infatti l’ha regalata Mika in meno di dieci minuti, raccontando come vede gli italiani e cantando de Andrè.

Per pochi minuti, a inizio serata, c’è stato inoltre un vero assembramento di star femminili della musica italiana: Laura Pausini, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Elisa, GiorgiaAlessandra Amoroso e Emma Marrone. Insieme hanno presentato il grande concerto che terranno a Campovolo il 19 settembre contro la violenza sulle donne.

Ma una vera, toccante, sorpresa è stato, ormai all’alba dell’1.50, il monologo di Alketa Vejsiu, una delle due coconduttrici della serata: presentatrice albanese notissima, omologa di Amadeus nel medesimo festival che si svolge al di là dell’Adriatico, ha raccontato in un fluente italiano cosa il festival di Sanremo e l’Italia hanno rappresentato per loro: una speranza dentro la dittatura, un faro da raggiungere, con le barche disperate che hanno usato negli anni novanta per fuggire e raggiungere la patria di Raffaella Carrà e dei cantanti di Sanremo, come Bobby Solo, mito di suo padre, con cui ha fato un duetto finale sulle note di “Una lacrima sul viso”. Un momento importante, che meritava di non essere relegato a un orario così infame.

Con lei, poliglotta, cantante, imprenditrice della moda e per una sera ambasciatrice dei legami profondi tra l’Albania e l’Italia, c’era Georgina Rodriguez, argentina, compagna di Cristiano Ronaldo che guardava con affetto le sue performances dalla prima fila. Una bella ragazza che si è esibita dignitosamente in un pezzo di tango e ha letto con la grazia che le è stata possibile i bigliettini di presentazione dei cantanti, ma con uno spessore ben diverso da quello che ci ha rivelato Alketa.

Sanremo 2020, la terza serata
Georgina Rodriguez

Sanremo 2020, la terza serata
Il suo compagno, Cristiano Ronaldo, in prima fila

Ascolti record per il Sanremo “vintage” di Amadeus e Fiorello

Anche la seconda serata di Sanremo è stata un successo.
Malgrado sia finito quasi alle due di notte, gli ascolti di Sanremo 2020 sono altissimi: la seconda serata sfiora i 9,7 milioni di spettatori e registra il 53,3% di share. Una percentuale ancora superiore a quello della prima serata, che era già un buonissimo 52,2% che non si vedeva dal 2005.

Sanremo 2020, la seconda giornata

Terza serata: scaletta e ospiti

La terza serata, quella dedicata ai duetti e alle cover, sarà principalmente dedicata ai Big in gara, coinvolgendo tutti i 24 concorrenti.

Ecco tutte le cover in programma:

  • Irene Grandi con Bobo Rondelli cantano “La musica è finita”
  • Raphael Gualazzi con Simona Molinari cantano “E se domani”
  • Elettra Lamborghini con Myss Keta cantano “Non succederà più”
  • Elodie con Aeham Ahman cantano “Adesso tu”
  • Achille Lauro con Annalisa cantano “Gli uomini non cambiano”
  • Rancore con Dardust e La Rappresentante di lista cantano “Luce”
  • Junior Cally con Viito cantano “Vado al massimo”
  • Paolo Jannacci con Francesco Mandelli cantano “Se me lo dicevi prima”
  • Levante con Francesca Michielin e Maria Antonietta cantano “Si può dare di più”
  • Marco Masini con Arisa cantano “Vacanze romane”
  • Enrico Nigiotti con Simone Cristicchi cantano “Ti regalerò una rosa”
  • Rita Pavone con Amedeo Minghi cantano “1950”
  • Riki con Ana Mena cantano “L’edera”
  • Tosca con Silvia Perez Cruz cantano “Piazza Grande”
  • Alberto Urso con Ornella Vanoni cantano “La voce del silenzio”
  • Michele Zarrillo con Fausto Leali cantano “Deborah”
  • Le Vibrazioni con i Canova cantano “Un’emozione da poco”
  • Anastasio con PFM canta “Spalle al muro”
  • Bugo e Morgan cantano “Canzone per te”
  • Diodato con Nina Zilli cantano “24 mila baci”
  • Francesco Gabbani canta “L’italiano”
  • Giordana Angi con Solis String Quartet cantano “La nevicata del ’56”
  • Piero Pelù canta “Cuore matto”
  • I Pinguini Tattici Nucleari cantano un medley “Papaveri e papere”, “Nessuno mi può giudicare”, “Gianna Gianna”, “Sarà perché ti amo”, “Una musica puo’ fare”, “Salirò”, “Sono solo parole”, “Rolls Royce”

Oltre alle presenza fisse di Fiorello e Tiziano Ferro, la terza serata vedrà come ospiti innanzitutto il premio oscar Roberto Benigni, ma anche Mika e Lewis Capaldi. Al fianco di Amadeus due co-conduttrici. Alketa Vejsiu, conduttrice televisiva della televisione albanese, popolarissima nel suo paese e Georgina Rodriguez, compagna di Cristiano Ronaldo.

Crozza imita Tiziano Ferro e il suo “tanto cuore”

Il suo “Fratelli di Crozza” ricomincerà solo il 28 febbraio prossimo, ma Maurizio Crozza non ha resistito a realizzare, come promo della sua prossima trasmissione su Nove, a imitare l’emozionato Tiziano Ferro sul palco dell’Ariston. Ecco il risultato

SANREMO 2020: SECONDA SERATA

Piero Pelù sul podio nella serata della reunion dei Ricchi e Poveri

Alla fine di una seconda serata lunghissima (si è conclusa all’1.40 di notte) il “tocco gallaratese” Di Luca Chiaravalli si è fatto sentire, insieme a un debutto che si è rivelato pieno di energia: il brano di Piero Pelù, “Gigante” scritto da lui e da Chiaravalli, è terzo nella classifica definitiva della giuria Demoscopica.

Sopra di lui per ora ci sono solo Le Vibrazioni, al secondo posto, e Francesco Gabbani, che guida la classifica provvisoria: sotto di lui I Pinguini Tattici Nucleari ed Elodie. Ultimo della classifica Junior Cally, il contestatissimo rapper romano che si è presentato  – a notte fonda: ha cantato che era ormai l’una passata –  per la prima volta senza maschera, con un abbigliamento perlomeno ambiguo e una canzone che ha convinto molti, ma non la giuria della serata. Da segnalare, anche la bella canzone di Tosca, e la tutina di Elettra Lamborghini.

Sanremo 2020, la seconda giornata
Elettra Lamborghini e la sua tutina d’oro

Ospiti vintage: I Ricchi e Poveri tornano in 4 dopo 40 anni, Tiziano Ferro duetta con Ranieri e la bellezza della serata è Sabrina Salerno

La seconda serata di Sanremo è caratterizzata da ospiti decisamente vintage: innanzitutto con una reunion attesa da 40 anni – quella dei Ricchi e Poveri, che mancavano della bionda Marina da allora – con tanto di inedito che fa intuire la stabilità del loro ritorno insieme. Poi con un duetto tra Tiziano Ferro e Massimo Ranieri: che hanno cantato a due voci “Perdere l’amore”, facendo alzare in piedi tutto l’Ariston.

Sanremo 2020, la seconda giornata
I Ricchi e Poveri al completo

Ma tra le glorie vintage va annoverata anche una delle belle presentatrici della serata: Sabrina Salerno che ha turbato i sogni dei ragazzini anni ’80 a anche ieri sera ha mostrato lo stesso sex appeal di allora.

Sanremo 2020, la seconda giornata

Menzione d’onore, infine, per Rosario Fiorello: un vero tornado, che ha cominciato la seconda serata addirittura nelle vesti di Maria de Filippi, per poi proseguire con una “vera canzone di Sanremo” e una partitina a tennis con Nole Djokovic.

Fiorello apre la seconda puntata del festival come Maria de Filippi

E menzione d’onore anche per Amadeus che non si è fatto spaventare dalle polemiche iniziali e ha confezionato un Sanremo ben ritmato e denso non solo di musica e divertimento, ma anche di segnali sociali, come l’intensissimo brano del cantante malato di Sla o i monologhi impegnati delle sue coconduttrici.

Sanremo 2020, la seconda giornata
Paolo Palumbo, il cantante con la Sla invitato a Sanremo da Amadeus

Il tutto rimanendo in disparte senza protagonismi che l’avrebbero solo messo in difficoltà, ma mettendosi al servizio dei suoi ospiti, tanti e importanti.

Cosi tanti e tanto importanti, che hanno allungato la seconda serata fino ad orari impossibili: e su questo si spera che nei prossimi giorni ci siano le opportune correzioni.

La notizia della giornata: Luca Chiaravalli dirige Piero Pelù e apre la seconda serata di Sanremo

Un tocco di provincia anche nella seconda serata di Sanremo, e stavolta ai livelli più alti: ad accompagnare l’esibizione di Piero Pelù, in gara nella seconda sera, direttore d’orchestra è  il gallaratese Luca Chiaravalli, già protagonista a Sanremo, come autore e direttore d’orchestra negli anni passati.

«Di solito non faccio post autocelebrativi … ma dopo due anni stasera torno a dirigere su un palco che mi ha dato tante soddisfazioni e soprattutto tante emozioni in passato … ci torno dopo l’ennesima rinascita e per me è già una vittoria così, vada come vada … ci torno con un “gigante” della musica che festeggia i suoi 40 anni di carriera e siamo pronti a divertirci come si deve … forse già dalla mia faccia qui nella foto delle prove si capiscono tante cose».

Sanremo 2020, la seconda giornata

Pelù è il primo ad esibirsi nella scaletta prevista per la serata, che vede tra le altre cose anche l’esibizione del contestatissimo Junior Cally e il ritorno di un cantante tipicamente sanremese: Michele Zarrillo.

Nella seconda serata Amadeus è affiancato dalle giornaliste del TG1 Emma D’Aquino, Laura Chimenti e Sabrina Salerno.

Ospiti i Ricchi e Poveri nella formazione originaria, Massimo Ranieri che duetta con Tiziano Ferro “Perdere l’amore”, Zucchero, Gigi D’ALessio e Paolo Palumbo, cantante ammalato di Sla.

Questa la scaletta ufficiale con l’ordine di uscita dei cantanti:

Nuove proposte

Fasma contro Martinelli e Lula
Marco Sentieri contro Matteo Faustini

Campioni (in ordine di uscita)

Piero Pelù
Elettra Lamborghini
Enrico Nigiotti
Levante
Pinguini Tattici Nucleari
Tosca
Francesco Gabbani
Paolo Jannacci
Rancore
Junior Cally
Giordana Angi
Michele Zarrillo

SANREMO 2020: PRIMA SERATA

La prima serata di Sanremo comincia “alla varesina”.

La prima serata di Sanremo comincia “alla varesina”. La prima sfida tra le giovani proposte è infatti tra Gli “Eugenio in via di Gioia” e Tecla Insolia.

Quest’ultima, giovanissima vincitrice di Sanremo Young (ha 16 anni) è di origini siciliane e residente a Piombino, ma è nata a Varese: è quindi la “quota varesina” di questa edizione di Sanremo.

Un cavallo vincente, per di più: con “8 Marzo” canzone profondamente Sanremese nella melodia ma dal testo antiviolenza, si è guadagnata la semifinale.

Tiziano Ferro si emoziona e la famiglia Al Bano si ricompone

La prima serata di Sanremo si è comunque confermata per quello che è: un caravanserraglio di musica e momenti di costume, con lacrime e sorrisi adatti ai milioni di telespettatori davanti alla tivù.

Amadeus è sempre stato attorniato da pezzi da novanta: innanzitutto da un indispensabile Fiorello,

Sanremo 2020, prima serata
Un irresistibile Fiorello coconduttore con Amadeus

Ma anche da Tiziano Ferro, che per tutti e cinque i giorni proporrà grandi classici di Sanremo. E dopo avere esordito con “Volare” proprio questa sera è inciampato in una pietra miliare: “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini. Tradito dall’emozione, Ferro ha pianto di dispiacere ma si è ripreso con uno dei suoi inediti.

Sanremo 2020, prima serata
Tiziano Ferro si confronta con “Volare” di Modugno

Tra gli ospiti, anche una rinnovata coppia Albano e Romina, arrivati accompagnati dalla figlia Romina. 

Sanremo 2020, prima serata

L’Emozionante monologo di Rula Jebreal

E’ stata anche una serata in cui le donne protagoniste si sono prese una rivincita sulla gaffes dei giorni precedenti, con Diletta Leotta e Rula Jebreal: se la prima ha scomodato sua nonna per raccontare quanto caduca sia la bellezza, ma quanto importante sia anche per far conoscere le proprie capacità, la lettura di Rula Jebreal è stata un momento di pura commozione, che ha raccontato tra le altre la dolorosissima storia del suicidio di sua madre.

 

Il monologo di Rula Jebreal
-Lei aveva la biancheria intima quella sera?
-Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina?
-Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?
-Se le donne non vogliono essere stuprate devono smetterla di vestirsi da poco di buono.
Queste sono solo alcune delle domande poste in un’aula di tribunale a due ragazze che in Italia, non molto tempo fa, hanno denunciato una violenza sessuale. Domande insinuanti, melliflue, che sottintendono una verità amara, crudele: noi donne non siamo mai innocenti. Non lo siamo perché abbiamo denunciato troppo tardi, perché abbiamo denunciato troppo presto, perché siamo tropo belle o troppo brutto perché eravamo troppo disinibite e ce la siamo voluta.
/“Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie/
/Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via/
/Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo./
/Perché sei un essere speciale/
/Ed io, avrò cura di te.”/
Sono cresciuta in un orfanotrofio, insieme a centinaia di bambine. La sera, una per volta, noi bambine raccontavamo una storia, le nostre storie. Erano una specie di favole tristi. Non favole di mamme che conciliano il sonno, ma favole di figlie sfortunate, che il sonno lo toglievano. Ci raccontavamo delle nostre madri: torturate, uccise, violentate.
Ogni sera, prima di dormire, ci liberavamo tutte insieme di quelle parole di dolore.
Io amo le parole. Ho imparato, venendo da luoghi di guerra, a credere nelle parole e non ai fucili, per cercare di rendere il mondo un posto migliore. Anche e soprattutto per le donne. Ma poi ci sono i numeri.
E in Italia, in questo magnifico Paese che mi ha accolto, i numeri sono spietati: ogni 3 giorni viene uccisa una donna, 6 donne sono state uccise la scorsa settimana. E nell’85% dei casi, il carnefice non ha bisogno di bussare alla porta per un motivo molto semplice: ha le chiavi di casa. Ci sono le sue impronte sullo zerbino, l’ombra delle sue labbra sul bicchiere in cucina.
/“Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno/
/Giuro che lo farò/
/E oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò/
/Quando la donna cannone/
/D’oro e d’argento diventerà/
/Senza passare dalla stazione/
/L’ultimo treno prenderà”./
Mia madre Zakia, che tutti chiamavano Nadia, ha preso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni. Si è suicidata, dandosi fuoco. Ma il dolore era una fiamma lenta che aveva cominciato a salire e ad annerirle i vestiti quando era solo un’adolescente. Il suo corpo era qualcosa di cui voleva liberarsi, era stato la sua tortura. Perché mia madre Nadia fu stuprata e brutalizzata due volte: a 13 anni da un uomo e poi dal sistema che l’ha costretta al silenzio, che non le ha consentito di denunciare. Le ferite sanguinano di più quando non si è creduti. L’uomo che l’ha violentata per anni, il cui ricordo incancellabile era con lei, mentre le fiamme mangiavano il suo corpo, aveva le chiavi di casa.
/“Sally ha patito troppo/
/Sally ha già visto che cosa/
/Ti può crollare addosso/
/Sally è già stata punita/
/Per ogni sua distrazione o debolezza/
/Per ogni candida carezza/
/Data per non sentire l’amarezza”/
Quante volte siamo state Sally? Mentre Franca Rame veniva violentata il 9 marzo del 1973, cercò salvezza nella musica. “Devo stare calma. Devo stare calma. Mi attacco ai rumori della città, alle parole delle canzoni, devo stare calma”, recitava nel suo potente monologo “Lo stupro”, in cui ripercorreva quel fatto drammatico. Le parole delle canzoni possono essere messaggi d’amore e di salvezza.
Io sono diventata la donna che sono perché lo dovevo a mia madre, lo devo a mia figlia che è seduta in mezzo a voi. Lo dobbiamo tutte, tutti, a una madre, una figlia, una sorella, al nostro paese, anche agli uomini, all’idea stessa di civiltà e uguaglianza. All’idea più grande di tutte: quella di libertà.
Parlo agli uomini, adesso. Lasciateci libere di essere ciò che vogliamo essere: madri di dieci figli e madri di nessuno, casalinghe e carrieriste, madonne e puttane, lasciateci fare quello che vogliamo del nostro corpo e ribellatevi insieme a noi, quando qualcuno ci dice cosa dobbiamo farne. Siate nostri complici. E quando qualcuno ci chiede “Lei cosa ha fatto per meritare ciò che è accaduto?”
/“C’è un tempo bellissimo, tutto sudato/
/Una stagione ribelle/
/L’istante in cui scocca l’unica freccia/
/Che arriva alla volta celeste/
/E trafigge le stelle/
/È un giorno che tutta la gente/
/Si tende la mano/
/È il medesimo istante per tutti/
/Che sarà benedetto, io credo/
/Da molto lontano”./
Sono stata scelta stasera per celebrare la musica e le donne, ma sono qui per parlare delle cose di cui è necessario parlare. Certo ho messo un bel vestito.
Domani chiedetevi pure al bar “Com’era vestita Rula?”.
Che non si chieda mai più, però, a una donna che è stata stuprata: “Com’era vestita, lei, quella notte?”.
Mia madre ha avuto paura di quella domanda.
Mia madre non ce l’ha fatta.
E così tante donne.
E noi non vogliamo più avere paura.
Vogliamo essere amate.
Lo devo a mia madre, lo dobbiamo a noi stesse, alla nostre figlie. Nessuno può permettersi il diritto di addormentarci con una favola.
Vogliamo essere note, silenzi, rumori, libere nel tempo e nello spazio.
Vogliamo essere questo: musica.

 

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 04 Febbraio 2020
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