“Non vogliamo più ricordare”: via la strada dedicata al generale Pietro Maletti
Fu l’ufficiale che diede l’ordine di massacrare oltre 2000 religiosi del clero etiope nel 1937. La proposta nel prossimo consiglio comunale
Un conto è dimenticare, un conto ricordare. Non si deve dimenticare ciò che gli italiani fecero in Africa Orientale durante il Ventennio e prima ancora dello scoppio dell’ultima guerra mondiale ma si può almeno cercare di non ricordare aspettando il verde al semaforo ogni mattina mentre si va al lavoro, o nel dover trovare le parole per rispondere alla domanda di un bambino che durante una passeggiata ai genitori ingenuamente chiede chi sia quel signore col nome scritto sulla targa della strada: «Chi era Pietro Maletti?».
A Cocquio Trevisago, l’amministrazione comunale dopo settant’anni ha deciso di cambiare la toponomastica di una via oggi dedicata al militare ritenuto responsabile dell’eccidio di Debre Libanos eseguito dal 20 maggio 1937 e nei giorni successivi a seguito dell’ordine impartito dal viceré di Etiopia Rodolfo Graziani. Lo stesso Graziani mesi prima venne ferito in un attentato cui segui’ un’immediata e spaventosa rappresaglia ad opera dei militari italiani, ma anche per mano di molti civili italiani simpatizzanti del regime. Un fatto storico meglio noto come il “Massacro di Addis Abeba“^.
Nei mesi successivi i sospetti sulla connivenza dei copti etiopi (di religione cristiana) portarono all’ordine di Graziani che venne eseguito alla lettera e a cui seguì il telegramma di Maletti: «Liquidazione completa». Risultato: oltre 2000 morti tra cui preti, diaconi, studenti e pellegrini ^^.
Un episodio della storia d’Italia ancora da molti ignorata.
Ma non dal sindaco Danilo Centrella che parla di «conclusione di una delle pagine più buie della storia italiana che Cocquio Trevisago celebra ancora titolando la via della propria chiesa proprio al Generale Maletti. Azioni tragiche, di intolleranza, di ricerca di supremazia su altri esseri umani, totale mancanza di libero arbitrio nelle decisioni prese in posizione di comando. Tali azioni sono state in seguito giustificate con la meschina scusa di “obbedire ad ordini”, anche se gli ordini impartiti si opponevano ad ogni principio morale dell’essere umano».
«Azioni tragiche come tragico è il tentativo di dimenticare, di negare, come molto spesso accade nella storia, raccontata dai vincenti e dai protagonisti. Ma il mio paese non dimentica il tragico evento che la comunita’ cristiana e la chiesa ortodossa hanno subito nel lontano 1937 e vuole dimenticare di celebrare il Generale Maletti in ogni sua forma. In consiglio comunale lunedi’ 10 febbraio 2020 alle ore 20.30 presso la Biblioteca “Sandro Brunella” verra’ proposta alla cittadinanza la completa cancellazione del titolo “Pietro Maletti” alla strada della nostra parrocchia, per titolarla alle vittime della strage, in segno di rispetto a tutta la comunita’ cristiana, di ogni chiesa, in ogni parte del mondo».
La via in questione, che si snoda partendo da un crocevia nella zona alta del paese per finire ai semafori della statale venne intitolata a Pietro Maletti il 14 dicembre 1940 dall’allora podestà, solo pochi giorni dopo la morte del generale avvenuta il 9 dicembre a Sīdī el-Barrānī in Egitto, durante un attacco inglese.
^ si veda Ian Campbell, Il massacro di Addis Abeba. Una vergogna italiana, Rizzoli, 2018
^^Paolo Borruso, Debre Libanos 1937 Il più grave crimine di guerra dell’Italia, Laterza 2020
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Decisione più che saggia, peccato che siano passati oltre 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e non si sia provveduto prima. Comunque meglio tardi che mai.