«Ho denunciato i camorristi e adesso dormo in macchina»

Scade il programma di protezione per un imprenditore campano che chiede aiuto a Sos Varese. La sua denuncia ha aiutato a sradicare i clan «ma lo Stato mi ha abbandonato»

Avarie

Si è esposto in prima persona per far arrestare i camorristi che inquinano, ammorbano il tessuto sociale di cui non è immune nessun lembo d’Italia, dalla Puglia alla valle d’Aosta.

Ma un problema di natura burocratico-procedurale ha di fatto interrotto la protezione che lo Stato gli forniva e ora è costretto – a suo rischio e pericolo – a dormire in auto.

Senza più un soldo. Lontano dalla sua terra e dalla sua famiglia.

Succede in provincia di Varese dove l’uomo, 45 anni, era riparato dopo aver messo nero su bianco la denuncia servita a sradicare cinque clan di camorra.

Questa mattina l’associazione Sos Varese di Walter Piazza e l’avvocato penalista varesino Furio Artoni hanno voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica la condizione di questo cittadino.

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«Dormo in macchina, lo faccio di nascosto per non farmi vedere ma vicino alle caserme dei carabinieri», ha spiegato l’uomo, padre di tre figli e che si è fatto fotografare col volto nascosto per via del pericolo che corre.

Il suo incubo è cominciato prima della scorsa estate quando ha perso il rimborso spese c he lo stato gli concedeva e l’appartamento che gli era stato assegnato, poi perso anche quello nello scorso autunno.

«La protezione che lo Stato concede a questi cittadini non può essere a tempo determinato.

Deve essere necessariamente a tempo indeterminato per consentire a chi si espone di poter svolgere un’attività lavorativa normale», ha spiegato l’avvocato Furio Artoni che annuncia una comunicazione urgente al Guardasigilli.

«Al Ministero di grazia e giustizia chiederemo contributi per aiutare questa persona».

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Pubblicato il 07 Marzo 2020
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