La buona salute si “impara” a scuola
Rinnovato e potenziato l'accordo tra Asl e Ufficio scolastico e CONI per promuovere corretti stili di vita tra i più piccoli. Dalla prevenzione passa il contenimento della spesa sanitaria
Al 30% della popolazione è destinato il 70% delle risorse in campo sanitario. Si tratta di pazienti cronici con diverse patologie. Per invertire questo rapporto decisamente sbilanciato, si pone l’accento su politiche di prevenzione e di educazione a stili di vita che evitino l’insorgere delle patologie. L’Azienda sanitaria promuove da anni corretti stili di vita, tra alimentazione, movimento e fumo, per aiutare la popolazione a fare scelte competenti e consapevoli. In questa sua campagna, l‘Asl si è alleata con il CONI e l’Ufficio scolastico provinciale e, quindi, con l’intero mondo della scuola, per indurre le future generazioni ad adottare scelte salutari.
L’impegno si è rinnovato questa mattina tra il direttore dell’Asl Giovanni Daverio e il direttore dell’Ust Claudio Merletti che hanno sottoscritto un protocollo con 4 linee di azione.
Innanzitutto, verranno diffuse capillarmente le buone pratiche adottate in alcune scuole: «Il comprensivo di Mornago può essere preso di esempio per una politica educativa che ha dato grandi frutti – ha spiegato la professoressa Patrizia Neri, ex dirigente dell’istituto ora a capo del Curie di Tradate – Abbiamo iniziato con un giorno dove obbligatoriamente i bambini portavano di merenda frutta o verdura. Da un giorno si è passati a due e poi a tre. Alla fine, il "diverso" era chi aveva merendine normali».
Sana alimentazione ma anche movimento: « Il problema della mancanza di attività fisica nelle scuole – commenta il dottor Raffaele Pacchetti, responsabile della medicina dello sport in Asl – per questo proponiamo alcuni modelli della "rete lombarda" a cui ogni istituto potrà adattarsi secondo le proprie esigenze. Magari si potrebbe aumentare di un’ora il tempo scuola riservato all’attività fisica o aprire nel pomeriggio giardini e palestre per realizzare corsi in convenzione con qualche società sportiva a prezzi calmierati. L’obiettivo è quello di stimolare la passione per il movimento in tenera età così che, crescendo, non si perda il gusto».
A livello nazionale, i bambini obesi o in sovrappeso sono circa il 30%, una percentuale da rivedere in ribasso in provincia di Varese dove l’indagine condotta nel 2002 con i pediatri di libera scelta, indicò che un bambino su 4 ha problemi con la bilanciao: « Tra il 24 aprile e il 30 maggio – ha comunicato la dottoressa Antonietta Bianchi, alimentarista dell’Asl – faremo un’indagine a campione trai bambini di terza elementare. I dati li confronteremo con quelli del 2002 e capiremo se e dove si dovrà aggiustare il tiro nella lota al sovrappeso».
Una proposta riguarderà anche gli studenti delle superiori dove è più elevato il rischio di incontrare le sostanze: « Per contrastare l’abusto di sostanze – ha spiegato il dottor Vincenzo Marino, del Dipartimento delle Dipendenze – non si può scegliere la via del divieto. L’età è quella della trasgressione dove tutto ciò che è sommerso e clandestino affascina. I giovani vanno conquistati sul piano dei loro valori e interessi. Il progetto triennale prevede la formazione dei professori circa i metodi di promozione della personalità e valorizzazione delle capacità personali».
L’obiettivo è molto ambizioso ma in gioco c’è la salute collettiva: « Ci piacerebbe anche vietare totalmente il fumo dalle scuole, compresi cortili, balconi e luoghi limitrofi – ha auspicato il dirigente dell’Ust Merletti – capisco che la scuola non è l’unico luogo di socializzazione, ma non può nemmeno passare come quello dell’iniziazione alla sigaretta».
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