Whirlpool vuole ripartire ma la rsu boccia la riapertura
Il sindacato in modo compatto raccomanda a tutti i lavoratori di astenersi dal lavoro per tutelare la propria salute
È un comunicato duro quello della rsu di Fiom, Fim e Uilm dello stabilimento Whirlpool di Cassinetta di Biandronno con cui si oppone alla riapertura forzata da parte dell’azienda. «Invitiamo l’azienda e la sua struttura, ad essere corretti e onesti – scrivono i sindacalisti in una nota-. Non c’è alcun accordo per la ripartenza, segnaleremo le inadempienze aziendali agli organi competenti».
Le ragioni di questa contrapposizione scaturiscono da una visita fatta dalla rsu e dalla rls nella giornata di mercoledì 22 aprile presso tutto il sito di Cassinetta. Il sopralluogo è stato giudicato negativamente in quanto non sono state rispettate le condizioni previste dal protocollo di sicurezza nazionale. Secondo il sindacato quindi non ci sono le condizioni per riprendere l’attività lavorativa.
L’azienda è di parere contrario. Nella giornata di mercoledì ha fatto sapere a partire da oggi 23 aprile vuole riprendere l’attività lavorativa sulle fabbriche forni e Mwo. Mentre per la fabbrica frigoriferi nella giornata di venerdì 24 aprile.
La Rsu da parte sua ha ribadito che il protocollo sulla sicurezza firmato tra Whirlpool e Fim Fiom Uilm nazionali non definisce la data di riapertura ma la sua corretta applicazione in tutti i suoi punti. Inoltre la Rsu si è atterrà alle disposizioni, rispetto alla riapertura, delle istituzioni, salvo diverse comunicazioni. Pertanto il sindacato in modo compatto raccomanda a tutti i lavoratori di astenersi dal lavoro per tutelare la propria salute. «Restate a casa – dicono i responsabili sindacali – mancando le condizioni di sicurezza la Rsu chiederà la copertura in Cigo. Fim Fiom e Uilm territoriali hanno scritto al prefetto, informandolo ed evidenziando la mancata applicazione del protocollo di sicurezza e la relativa forzatura da parte della direzione aziendale.
«Whirlpool – conclude il sindacato dei metalmeccanici – non è connessa ad alcuna filiera essenziale, come già scritto in precedenza il 14 aprile scorso, alla prefettura. Inoltre l’azienda non sta applicando le misure di sicurezza previste dal protocollo nazionale firmato con Fim Fiom e Uilm lo scorso 17 aprile e dalle implementazioni allo stesso definite con la Rsu di Cassinetta proprio oggi».
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Le sigle sindacali avranno anche ragione dal loro punto di vista ma non penso che l’azienda abbia interesse a far ripartire la produzione senza un’adeguata tutela dei lavoratori. Non vorrei mai che la mancata produzione negli stabilimenti italiani venga recuperata in Polonia e magari con questa scusa Cassinetta faccia la fine di quanto successo a Napoli.
Mi chiedo come mai troppo spesso in questo paese i rapporti tra sigle sindacali ed aziende sono praticamente inesistenti e quando ci sono si basano sempre sulla reciproca accusa e negazione delle responsabilità.
A mio avviso i sindacati in Italia non andrebbero chiusi definitivemente bensì AZZERATI e rifondati sul modello tedesco….con rappresentanti direttamente nel consiglio di amministrazione. Solo così ci potrà avere un rapporto proficuo tra direzione e dipendenti…uno scambio continuo di diritti e doveri.
In questo modo è semplicemente un buttarsi sangue da una parte all’altra.
Evidentemente se dopo 50 anni siamo a questo punto vuol dire che tale organizzazione NON funziona più per il moderno concetto del lavoro.
Ma non mi stupisco…noi abbiamo sindacati che hanno fatto riassumere chi rubava dalle valigie in Malpensa.