“Ciao papà Maniscio”. L’ultimo saluto a Maniglio Botti

Al funerale hanno partecipato molti giornalisti e cittadini. Don Mauro: «Benedetto sia quest'uomo in un tempo dove tutti sgomitano per apparire. Grazie Maniglio»

Funerale Maniglio Botti

Distanziati socialmente, ma più uniti di prima in nome di Maniglio Botti. Al funerale del giornalista, che per una vita intera ha scritto sulle pagine della “Prealpina“, c’erano tanti colleghi, firme che hanno segnato una bella stagione del giornalismo varesino. Una buona parte della squadra capitanata da Pier Fausto Vedani e Gaspare Morgione,  accomunata da un legame di amicizia, ancor prima che di lavoro, si è ritrovata sul sagrato della chiesa di Masnago, quartiere dove viveva Botti, per dargli l’ultimo saluto.

C’erano Fausto Bonoldi, Gianni Spartà, Giancarlo Pigionatti, Claudio Piovanelli, Claudio Del Frate, Paolo Pozzi. E con loro i più giovani Mario Visco ed Elisa Polveroni, il poligrafico Claudio Frasson, i fotografi Angelo Puricelli e Domenico Ghiotto, che pochi giorni fa hanno dato l’addio a Guerrino Morandi, fondatore dell’agenzia Blitz, anch’egli tra i protagonisti di quella formidabile stagione.

Maniglio Botti per alcuni di loro è stato un vero maestro, per altri un “amico caro” fin dai banchi di scuola, come ha scritto Massimo Lodi, altro pilastro di quella “Prealpina”, in un editoriale pubblicato da RmF online, testata con cui attualmente collaborava il giornalista scomparso.

Agli amici ritrovati si sono uniti molti cittadini, tra cui Fiorenzo Croci del Cavedio e gli immancabili amici di infanzia di via Cantoreggio, l’esponente del Pd Daniele Marantelli, il filosofo Valerio Crugnola e tanti altri. Lo stesso don Mauro Barlassina, non più a Masnago da qualche mese, è ritornato nella sua ex parrocchia per celebrare il funerale. «Se n’è andato un galantuomo – ha detto nell’omelia il sacerdote -. Maniglio, il cronista gentile e dallo sguardo umano che contribuiva a costruire la società e la comunità. Benedetto quest’uomo in un tempo dove tutti sgomitano per apparire. Grazie Maniglio».

E quella stessa comunità si è stretta con affetto attorno alla famiglia, alla moglie Laura e ai figli Lucia e Carlo. Quest’ultimo, impegnato in un progetto di cooperazione in America Centrale, non riuscendo a trovare un volo in tempo utile per partecipare al funerale a causa dei blocchi dovuti alla pandemia, ha scritto una toccante lettera affidata alla voce emozionata della sorella Lucia.
«Cercherò di continuare a renderti fiero e orgoglioso di me. Ti stringo forte, da lontano, e mi sembra di vederti che mi guardi e che mi dici, come mi dicevi ad ogni saluto in aeroporto: “Mi raccomando, ricordati sempre da dove vieni”».
«Sì Maniscio, sempre». (Il testo completo della lettera)

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Maggio 2020
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