Luino, mercato al completo ma mancano i turisti
Buona la prima apertura totale ma l’assenza dei turisti si sente. Presenti in gran numero anche gli ambulanti, con oltre 300 banchi
È il cima unico nel suo genere che fra i banchi del mercato di Luino si respira ogni mercoledì a mancare. Perché fra le strade del centro città e fra i vicoli attrezzati per le bancarelle non mancano i clienti né gli ambulanti.
Certo, non c’è la folla di sempre: mancano gli accenti del nord, lo svizzero tedesco, l’olandese, il francese che in questo periodo cominciano a muoversi verso sud ogni mercoledì.
«Poca gente in giro, aspettiamo gli stranieri», si sente dire tra i banchi e anche fra i rappresentanti dei commercianti che questa mattina hanno fatto un giro nei 14 mila metri quadri di bancarelle che solitamente vantano circa 380 postazioni di vendita e che oggi ne contano circa 340.
«Una piccola defezione che riguarda certamente il momento e l’assenza di turisti stranieri, ma anche alcune problematiche legate alla diminuzione della frequenza delle corse della navigazione Lago Maggiore: sui traghetti si imbarcano solitamente 85 operatori che arrivano dalle valli piemontesi: alcuni di questi probabilmente possono aver scelto di non venire facendo una valutazione sulla scomodità del viaggio e sull’assenza oggettiva di turisti», spiega Franco Vitella, presidente di Ascom Luino che ovviamente insiste sull’argomento della riapertura delle frontiere.
«Il punto nodale sta proprio qui, su quando potranno riaprire le frontiere con la Svizzera, su cosa verrà deciso. È una questione, si badi bene che non riguarda solo Luino, ma anche l’intera zona di confine, basti pensare alla situazione di Lavena Ponte Tresa e quello che stanno vivendo non solo gli operatori ambulanti, ma anche gli esercenti che vendono e offrono servizi».
Un punto, quello dei servizi, che riguarda non solo l’offerta, cioè gli esercenti, ma anche la domanda, vale a dire i frontalieri della spesa che dalla Svizzera varcavano il confine per risparmiare sugli acquisti in Italia e che ora devono far i conti con la spesa ben più salata in patria.
«Bene hanno fatto i presidenti delle nostre due comunità montane, Valli del Verbano e Piambello a condividere una lettera inviata alle autorità statali per rinnovare ‘invito a riaprire al più presto le frontiere».
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