In memoria di Guglielmo Giusti
I ricordi della guerra e il ringraziamento di tutta la comunità di Somma Lombardo

Varesenews vuole rendere omaggio a chi se n’è andato in silenzio, senza un momento in cui elaborare il lutto, la possibilità di dirsi ciao. Per questo abbiamo aperto un “memoriale” per raccontare chi oggi non è più tra noi. Per partecipare potete scrivere qui. Il servizio è gratuito.
Si è spento all’età di 95 anni Guglielmo Giusti, l’ultimo partigiano di Somma Lombardo.
«Ho avuto la fortuna di poterlo incontrare due anni fa, accompagnato dall’amico Angelo Ruggeri» ricorda il sindaco di Somma Stefano Bellaria.
Nato nel 1924 a Somma Lombardo, aveva ricevuto – come tutti quelli nati durante il ventennio – un’educazione fascista, in un momento storico in cui «essere fascisti era una condizione normale», scrisse nel suo memoriale. Dopo la chiamata alle armi a seguito dell’8 settembre 1943, si nascose sulle montagne nei dintorni di Macugnaga. Una scelta, quella di Guglielmo, non dissimile da quelle fatte da altri ventenni italiani, che non vollero sottostare alla dittatura.
Andò poi a combattere tra le file della Divisione Valtoce, visse la guerra partigiana estiva nella valle del Toce, lo scontro di Piedimulera in cui morì l’amico sommese Ugo Maspero, i “quaranta giorni di libertà” della Repubblica dell’Ossola, la drammatica ritirata in Svizzera. Internato in un campo elvetico, tentò la fuga, fu ripreso e incarcerato. Poté tornare in Italia solo dopo la Liberazione.
«Vado spesso a Fondotoce, dove c’è un monumento, una grande croce e un lungo muro sul quale sono incisi i nomi di 1200 partigiani caduti nella zona e cerco di immaginarmeli tutti ad uno ad uno, ragazzi che avrebbero avuto tutto il diritto di vivere come è successo a me ma che non hanno avuto fortuna.Oggi, io invece, posso dire di averne avuta molta, molta, di fortuna. Infinite sono state le volte nelle quali sarebbe bastato un nulla perché il mio destino cambiasse. Debbo ringraziare le tante persone che mi hanno aiutato, nascosto, dato da mangiare, gli amici, i montanari, i preti, le suore, le mamme che vedevano in noi i loro figli, la Svizzera che mi ha salvato la vita, l’incoscienza dei vent’anni, la buona stella, e uno sguardo dall’alto», si conclude così il suo memoriale, scritto a metà degli anni Settanta.
«Nonostante il fisico lo costringesse a muoversi con difficoltà – conclude il sindaco – la mente andava libera tra le montagne in cui tanti giovani come lui hanno messo in gioco la loro vita per garantire la nostra libertà. Grazie al partigiano Guglielmo Giusti, Somma gli rende omaggio con stima e riconoscenza».
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