Se i politici “giocano al teatro”: tra stanghe e stangate
Le scherzose riflessioni sulla annosa vicenda del Teatro di Varese di Emilio Corbetta, consigliere comunale PD
Pubblichiamo le scherzose riflessioni sulla annosa vicenda del Teatro di Varese di Emilio Corbetta, consigliere comunale PD
“Dai che giochiamo a fare il teatro“, e diventa uno dei giochi più affascinanti che i bimbi possano realizzare. A dir la verità tutti i giochi dei bimbi sono per loro affascinanti perché vissuti intensamente con tutta la loro personalità, sia che giochino al negozio, alla scuola, a mosca cieca, a nascondino e così via.
Il gioco del teatro invece è molto più impegnativo perché può coinvolgere anche il possibile pubblico dei famigliari e dei vicini di casa, dei grandi insomma. Ma questo gioco può essere realizzato nei moderni condomini? No, per fare i giochi dei bimbi ci vogliono spazi che nei condomini non sono stati progettati, neppure in quelli definiti di lusso.
Anche nella mia città sembra che stiano “cercando di fare il teatro”, ma non per gioco. Lo vogliono fare per davvero, ma sta succedendo una cosa strana perché quando viene fatto un progetto ci sono altri che non vogliono quello, ma vogliono tutta un’altra cosa.
Vengono evidenziati dubbi veri, interrogativi falsi, critiche squassanti. È la politica che è costretta ad andare su questo binario? L’opposizione ha il dovere di mettere sempre la stanga fra le ruote?! Stanghe rosse una volta, stanghe vedi, gialle, azzurre, nere ora. Figuriamoci, ci sono ora anche quelle trasparenti.
E la città non avrà mai niente se le stanghe prevarranno? Il gioco di una parte crea svantaggio per tutti? In sintesi: le stanghe si trasformano velocemente in stangate per tutta la città?
Alcuni miei amici mi hanno fatto meditare sulla flessibilità e sulla creatività che noi adulti dovremmo saper avere. Tesori presenti in tutte le nostre attività tranne che in politica?
Da piccoli, quando si giocava a fare il teatro, anche allora c’erano le stanghette fra le ruote. Non avevano colore ma intralciavano mica male. Per esempio, c’era l’Umberto che voleva fare sempre la parte principale: Robin Hood, o la parte di Aladino, o il principe dei crociati……
“Ma dai, anche la maestra dice che non sai recitare”, qualcuno obiettava. Litigata fin quando uno urlava “Alìmorti! Giochiamo al pallone”. Viva la flessibilità! Quattro sassotti segnavano le porte e via una bella partita in mezzo alla strada. Viva la creatività.
Allora le auto erano una rarità e c’era sempre l’occhio di qualche madre che ci accudiva. Oggi le strade non possono essere più vissute così: troppo piene di stanghe.
Emilio Corbetta
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